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discipline riconosciute

Discipline riconosciute

ES.A.AR.CO DBN riconosce tutte quelle discipline Bio Naturali e Olistiche che hanno un percorso formativo e una scuola di riferimento e che sono inserite nel CCNL del settore. Facendo richiesta alla Federazione, e con la presentazione di documentazione idonea, si possono inserire nuove discipline all’elenco seguente:

Agopressione
L’agopressione è una tecnica appartenente alla branca della cosiddetta Medicina tradizionale cinese, basata sulle stesse idee dell’agopuntura: vi sarebbero dunque nel corpo umano dei canali principali, detti meridiani, che possono essere sollecitati meccanicamente. L’agopressione viene praticata attuando, normalmente con le dita, una pressione fisica su mano, gomito ed altre parti del corpo. L’agopressione moderna viene fatta anche con strumenti di metallo o punte di legno per riprodurre l’antica tecnica cinese che veniva fatta con ossa di animali appuntite. La tecnica non è invasiva: come l’agopuntura, l’agopressione viene considerata come una forma di medicina alternativa. (http://www.naturopatiaeuropea.it)

Agopuntura
L'agopuntura è una pratica terapeutica di medicina alternativa, che prevede l'inserimento di piccoli aghi sulla superficie del corpo umano, allo scopo di promuovere la salute dell'individuo sottoposto al trattamento. L'agopuntura si basa sull'idea che nel corpo umano sia presente una rete di canali – chiamati meridiani – attraverso cui scorre un'energia fondamentale per la vita, denominata “forza vitale” o Qi (si pronuncia “chee”). La pervietà dei meridiani garantisce il flusso corretto della forza vitale e il benessere del corpo umano; al contrario, un'ostruzione dei meridiani altera il flusso del Qi e può indurre la comparsa di problematiche, quali dolore cronico, mal di schiena, emicrania ecc. Secondo chi pratica l'agopuntura, la stimolazione di determinate zone del corpo umano, mediante l'inserimento di specifici aghi, ristabilirebbe il flusso di Qi, laddove non è ottimale.

Alimentazione naturale
L’alimentazione è l’insieme dei processi che, tramite il procacciamento e l’assunzione di prodotti di origine animale e vegetale, forniscono l’energia e i costituenti chimici (nutrienti) necessari per il mantenimento e lo sviluppo degli organismi viventi. L’alimentazione umana, in particolare, è il consumo da parte dell’uomo di alimenti solidi e liquidi e bevande, in varie combinazioni e modalità, volto ad assicurare l’assunzione di energia, nutrienti ed altre sostanze di interesse nutrizionale, e a garantire crescita, sviluppo e stato di salute ottimale. Tenendo a mente le molteplici valenze socio-economiche, biologiche ed epidemiologiche, che intrinsecamente la contraddistinguono, l’alimentazione costituisce una sorta di sistema reticolare, da cui, per reciproche interazioni, dipende la qualità della vita.Lo studioso e scrittore scientifico dr. Nico Valerio nel 1979 scrisse il libro” Alimentazione Naturale, uscito negli Oscar Mondadori nel giugno 1980) e la codificò come sistema alimentare etno-antropologico di base, oggi sempre più confermato nei suoi suggerimenti pratici anche se non nel nome dalla scienza della nutrizione e dalla prevenzione. Prima di quella data, sembra incredibile, neanche esisteva l’espressione “alimentazione naturale”che rappresenta il risultato tra l’alimentarsi in modo sano tra tradizione culturale culinaria e scienza moderna.

Arteterapia
L’arteterapia si propone come una serie di attività relative ad innumerevoli pratiche e tecniche artistiche tra cui troviamo la pittura, la scultura, lavorazione del legno, fotografia, danza, lavorazione della ceramica ecc. E’ nata a cavallo tra gli anni cinquanta con l’intento di occupare i pazienti in degenza negli ospedali psichiatrici, successivamente si è diffusa in svariati campi: pedagocico, relazionale, ludico e terapeutico, nonchè in ambito educativo, riabilitativo e terapeutico. Con l’arteterapia si stimola l’individuo a produrre elementi comunicavi spontanei, basati proprio su canali alternativi quali il disegno, i collage, la scultura; ognuno è libero di sciegliere ciò che più lo attrae.L’arteterapia non ha controindicazioni ed è applicabile a qualunque fascia di età, non propone alcunoschema fisso, tuttà l’attività si snoda nella completa libertà, affinchè il soggetto possa esprimere, senza alcuna restricione, il proprio potenziale comunicativo. Gli obiettivi principali dell’arteterapia sono quelli del recupero dei soggetti disabili, emarginati dalla socializzazione in generale, senza limiti di età, e del recupero dell’autostima. La parola chiave ti tale tecnica è “creatività” quale mezzo che permette agli individui di qualsiasi età e in qualsiasi condizione mentale di attivare processi riequilibranti utili al raggiungimento di un migliore stato di benessere.

Astrologia Archetipica di G. N. Zazzu
contenuto da aggiornare

Attività assistita con gli animali IAA (PET terapy)
Il vecchio termine pet therapy viene ancora impiegato per indicare una variegata gamma di interazioni con gli animali, più o meno complesse, finalizzate alla cura, alla riabilitazione, all’educazione e alla promozione del benessere e della qualità della vita delle persone. Queste diverse declinazioni vengono oggi suddivise in attività, educazione e terapia assistita con gli animali e nel loro insieme costituiscono gli interventi assistiti con gli animali (IAA).
Gli animali coinvolti
Gli animali coinvolti negli IAA appartengono a specie domestiche a cui si riferisce il termine “pet” della lingua inglese. Il processo di domesticazione è stato fondamentale per il percorso evolutivo dell'uomo e il rapporto con gli animali domestici rappresenta il patrimonio derivante dalla lunga storia evolutiva condivisa.
La relazione con l'animale
Nell’ambito degli IAA la relazione con l’animale non deve essere valutata sotto il profilo delle prestazioni, come avviene in zootecnia, ma per i “contributi al cambiamento” della persona. L’animale deve essere considerato come alterità, ossia rispettato come soggetto e come diverso ovvero come “partner di relazione”, evitandone sia la strumentalizzazione che l’antropomorfizzazione (tendenza ad attribuire caratteristiche fisiche o psicologiche umane a esseri diversi dall'uomo). La relazione deve essere costruita sulla piena conoscenza delle caratteristiche di specie e di individualità degli animali e deve tradursi in un atto di assunzione di piena responsabilità da parte delle persone che la promuovono.
Gli Interventi assistiti con gli animali
Gli interventi assistiti con gli animali, per essere beneficiali, non possono essere attuati in modo generico perché non è vero che l’animale fa bene in quanto tale o che la relazione con l’animale apporti automaticamente dei benefici alla persona. Tale visione semplicistica rischia di compromettere le potenzialità applicative della relazione uomo-animale e talvolta persino di dar luogo a effetti tutt’altro che positivi per il paziente. Gli IAA possono apportare dei miglioramenti solo se si adeguano ai particolari bisogni di ogni paziente/utente, nella sua specificità, patologica o meno e biografica, e quindi solo mettendo a punto attività di relazione coerenti e sinergiche con gli obiettivi che ci si prefissa. Gli IAA, per poter essere svolti in coerenza con i propri obiettivi e nel rispetto del paziente/utente e dell’animale coinvolto, richiedono il coinvolgimento di un’équipe multidisciplinare, composta da figure professionali diverse, sanitarie e non, che concorrono alla progettazione e alla realizzazione dell’intervento, ognuno per le proprie competenze, lavorando in stretta collaborazione per gestire al meglio la complessità della relazione uomo-animale.

Ayurveda
L’ayurveda (in sanscrito: आयुर्वेद) è la medicina tradizionale utilizzata in India fin dall’antichità, diffusa ancora oggi nel sub-continente più della medicina occidentale. L’Ayurveda è, al 2014, ben integrata nel sistema sanitario nazionale indiano con diversi ospedali ayurvedici presenti in tutto il paese.Negli Stati Uniti la pratica dell’ayurveda è consentita nell’ambito dell’esercizio delle terapie complementari. Ayurveda è una parola composta da ayur, durata della vita o longevità e veda conoscenza rivelata. Molti traducono erroneamente l’ayurveda come scienza della vita. In realtà è un sistema medico molto vasto e complesso comprendente aspetti di prevenzione, oltre che di cura, che permetterebbero, se applicati rigorosamente, di vivere più a lungo, migliorare la propria salute e rispettare il proprio corpo. Viene citata per la prima volta nel Caraka Samhita, un trattato di 500 principi medicinali compilato durante il regno dell’imperatore Kanishka. È attualmente annoverata dall’Unione Europea e dalla maggior parte degli Stati membri tra le medicine non convenzionali la cui erogazione è consentita soltanto da parte di medici qualificati. Antico e complesso sistema, si è sviluppato nella sua forma attuale attraverso millenni di ricerche e sforzi innovativi. L’ayurveda si occupa da tutti i punti di vista del benessere delle persone, nel loro aspetto fisico, psichico e spirituale e si occupa delle patologie tanto quanto dello stato di salute normale. Lo scopo è quello di aiutare le persone malate a curarsi, e le persone sane a mantenere il proprio benessere e prevenire le malattie. I principi medicinali utilizzati sono, in genere, minerali, metalli purificati e combinati con acidi fulvici ed erbe, in forma di polveri, pastiglie, infusi, ecc. La maggior parte è di natura fitoterapica, come l’Amalaki (emblica officinalis), il Trikatu, un composto di tre erbe, zenzero, pepe e pippali (piper longum), Haridra (curcuma), Brahmi (Bacopa Monnieri), Tulasi (Ocimum sanctum), Erand (Ricinus communis), Guduchi (Tinospora cordifolia), Kumari (aloe), Gokshur (tribulus terrestris). Ogni medicinale ha una specifica modalità di utilizzo, perché agisca alla sua massima efficacia. Le origini dell’ayurveda sono intrise della ricca mitologia indiana. Si ritiene infatti che l’ayurveda, la “scienza della durata della vita”, risalga a Brahma, creatore dell’universo. Costui fece dono del sistema ayurvedico a Daksa Prajapati e da questi agli Asvin, ed infine da loro ad Indra, signore degli dei vedici. Da Indra infine l’ultimo passaggio ai suoi 4 discepoli, Bharadvaja, Atreya, Kasyapa e Dhanvantari. Nella Caraka Samhita, nei primi capitoli, è narrata la storia dell’origine mitica dell’ayurveda.Le origini storiche dell’ayurveda si perdono indietro nei millenni, a un’epoca precedente al ritrovamento di documenti scritti che certifichino la sua esistenza. È opinione condivisa infatti che come per molte altre tradizione ed opere, anche per l’ayurveda e per i Veda in generale, ci sia stata una capillare diffusione orale prima della sistemizzazione in forma scritta che cominciò ad avvenire con una serie di trattati a partire dal 450 a.C. circa. La testimonianza di Faxian, un pellegrino buddhista arrivato nel V secolo d.C. nella città di Pataliputra, è una delle più antiche descrizioni al mondo di un sistema ospedaliero civico, e fa pensare che l’India possa essere stato il primo paese al mondo a sviluppare un sistema metropolitano organizzato di assistenza medica su base istituzionale. Secondo l’Ayurveda il corpo fisico è pervaso da tre dosha (energie vitali) in proporzioni diverse. Questi determinano tramite il loro stato di equilibrio o squilibrio rispetto alla costituzione individuale (prakriti) lo stato di benessere o malattia dell’individuo. Ogni dosha è composto da due elementi (panca-mahabhutani) ed ha determinate qualità (guna) che li caratterizzano. I tre dosha sono: vata composto da spazio (akasha) e aria (vayu), è il principio del movimento, legato a tutto ciò che è movimento nel corpo (sistema nervoso, respirazione, circolazione sanguigna, …). Le sue qualità sono: freddezza, secchezza, leggerezza, sottigliezza, mobilità, nitidezza, durezza, ruvidezza e fluidità. La sua sede principale è il colon ed i suoi 5 sub-dosha sono: Prana, Udana, Samana, Apana e Vyana.

Bioarchitettura Olistica
Bioarchitettura (o architettura biologica o ecoarchitettura) Tendenza dell’architettura a privilegiare la progettazione e la costruzione di edifici che tengano conto di tutti gli aspetti ecologici relativi alla scelta dei materiali da utilizzare e al miglior impiego delle risorse naturali, nella prospettiva del risparmio energetico e della salvaguardia dell’ambiente. È finalizzata anche al riavvicinamento dell’architettura stessa al rispetto della vita umana e al benessere psicofisico dell’individuo come abitante. I teorici della b., diffusasi in Italia negli anni 1990, tendono a trovare radici culturali, da un lato, nel filone dell’architettura organica nato tra le due guerre mondiali (F.L. Wright negli Stati Uniti, H. Häring, H. Scharoun e A.H.H. Aalto in Europa), che prendeva spunto per le sue ricerche formali dalle leggi degli organismi naturali in contrasto con il rigore della linea razionalista, dall’altro, nelle esperienze delle avanguardie architettoniche degli anni 1960, che si concretizzano per es. nella produzione di nuove forme abitative spontanee, come la comunità Drop City nel Colorado, o nelle città ecologiche progettate da L. Halprin o dall’italiano P. Soleri negli Stati Uniti. Superata la valenza utopistica ed eversiva propria delle istanze ecologiste del 1968, la b. intende orientare il sistema edilizio verso una maggiore sostenibilità ambientale e può comprendere risvolti bioecologici, bioclimatici, olistico-ecologici ecc. Le moderne prospettive di architettura ‘sostenibile’ si riferiscono alla relazione tra l’uomo e l’ambiente, e fanno uso di concetti quali b., architettura ecologica, bioedilizia, architettura bioclimatica, che hanno riferimenti culturali distinti. La b. consiste nel progettare e costruire ponendo attenzione al tema delle risorse ambientali, alle questioni relative al comfort e alla salute, al rendimento energetico, al controllo di tecnologie e processi costruttivi e all’uso di materiali e soluzioni alternative ecocompatibili, acquisendo i temi principali dell’architettura ecologica, bioclimatica e della bioedilizia: un atteggiamento che coinvolge tutti gli aspetti progettuali. Con la definizione dei parametri per la sostenibilità, che sostanzialmente quantificano il processo di ottimizzazione degli input (risorse di materiali e di energie non rinnovabili) e di limitazione degli output (inquinanti e rifiuti), e con la contestuale considerazione del benessere delle persone, l’ecologia ha assunto riflessi culturali anche sulla qualità architettonica. La b. fa proprio anche l’approccio bioclimatico, con un riferimento alla climatologia come differenziazione delle risposte, in termini di forma degli habitat naturali e antropizzati, oltre che alle sollecitazioni di natura ambientale locale.Già nel 1963 V. Olgyay auspicava una metodologia per “lavorare con le forze della natura, non contro di esse, e utilizzare le loro potenzialità per creare migliori condizioni di vita negli ambienti costruiti” (Olgyay 1963; trad. it. 1981, p. 149). Proprio perché interessata ai rapporti uomo-ambiente, la b. è chiamata a dare una risposta in linea con i cambiamenti contemporanei e a registrare l’introiezione di fenomeni quali la globalizzazione, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, la gestione delle risorse. La possibilità di tradurre queste problematiche in misure concrete porta a dire che la migliore soluzione architettonica (sostenibile) sarà quella che non è più costosa di quella tradizionale, usa materiali ecologici, è correttamente inserita nell’ambiente circostante e con questo interagisce, realizza un comfort termoigrometrico, di qualità dell’aria, acustico e luminoso, riduce i costi di gestione. La sostenibilità (v.) in generale è definita come quel processo che minimizza l’impatto dell’uomo sull’ambiente, tentando di assecondare le esigenze attuali senza compromettere quelle future. Ma in architettura con questo termine s’intende anche il tentativo di ricomporre la discrasia tra progettazione e realizzazione attraverso l’innovazione tecnologica, l’integrazione capace di trovare soluzioni per la sicurezza e il benessere limitando l’impatto sulle risorse naturali, una nuova prospettiva che coniughi innovazione tecnologica e qualità architettonica. Il tentativo di saldare progettazione e realizzazione riuscirà solo se ognuna di esse non sarà considerata funzionale all’altra, ma dell’altra riuscirà a essere parte integrante. La questione ambientale non si risolve solo con la limitazione dei consumi (cosa non semplice, viste la crescita demografica e l’irrinunciabilità dello standard di qualità della vita raggiunto) e quindi impiegando minori quantità di energia, ma anche con il ricorso a fonti pulite e con l’aumento dell’efficienza di trasformazione dell’energia. Una volta valutata l’importanza della gestione di un edificio sia nei confronti del risparmio delle risorse sia nella limitazione dell’impatto dell’inquinamento sull’ambiente, essa può essere considerata la chiave del processo di integrazione citato; la dimensione unitaria va recuperata attraverso una rinnovata attenzione alle problematiche ecologiche e la scoperta della potenzialità del progetto ambientale. In questo ambito si possono distinguere alcune tendenze emergenti: la progettazione finalizzata a raggiungere il comfort ambientale interno minimizzando i consumi energetici e limitando, conseguentemente, l’inquinamento; il ricorso a risorse rinnovabili e riciclabili; l’utilizzo di materiali con caratteristiche ecocompatibili; la realizzazione di impianti per la sicurezza delle persone. I sistemi della building technology utilizzati sono: l’isolamento e l’inerzia termica dell’involucro edilizio, in grado di limitare i consumi per trasmissione di calore con l’esterno; l’accumulo termico del terreno, a temperatura praticamente costante tutto l’anno (si sfrutta tale inerzia per preriscaldare l’aria in inverno e preraffreddarla in estate); le prestazioni ‘passive’ dell’edificio, in particolare il riscaldamento solare passivo e il raffreddamento passivo (protezione dall’irraggiamento solare, uso dell’inerzia termica come attivazione delle masse strutturali, adozione di sistemi naturali come il raffreddamento evaporativo e il free-cooling notturno); l’uso della ventilazione naturale, del solare termico e di quello fotovoltaico; l’ottimizzazione dell’illuminazione naturale. I sistemi di riscaldamento solare passivo si suddividono in diretti, indiretti e isolati. Quelli diretti presentano vetrate esposte a sud, aperte su interni che dispongono di masse di accumulo termico. Quelli indiretti sono il muro termico, il muro Trombe e le serre. Il primo è costituito da una parete di consistente capacità termica esposta a sud e da una superficie vetrata per ridurre le dispersioni; gli elementi di accumulo comunemente adottati sono pareti e solai dall’elevata capacità termica, e in alcuni casi si usano anche accumuli ad acqua, a sassi e nel terreno. Il muro Trombe presenta aperture nella parte alta e in quella bassa, allo scopo di consentire il trasferimento di calore all’ambiente retrostante per termocircolazione naturale. La serra è una chiusura vetrata sulla facciata sud dell’edificio, avente una massa di accumulo nella parete di separazione o all’interno della serra stessa. Nei sistemi isolati il trasferimento di calore avviene per termocircolazione naturale tra superficie di captazione ed elemento di accumulo separato, o direttamente tra superficie e spazio abitato. Il raffreddamento passivo è costituito dall’insieme delle strategie che consentono il controllo del surriscaldamento; l’inerzia termica attenua e ritarda le variazioni della temperatura esterna, assumendo una funzione regolatrice. Il raffreddamento evaporativo sfrutta l’abbassamento di temperatura dell’aria conseguente all’evaporazione dell’acqua; il free-cooling notturno avviene attraverso la cessione radiativa notturna dalla superficie dell’involucro edilizio verso il cielo. La ventilazione naturale assolve le funzioni legate all’approvvigionamento di aria fresca e alla rimozione del calore, ed è basata su fenomeni come l’azione del vento e l’effetto camino. Importante è l’attenzione da prestare all’integrazione di moduli fotovoltaici, con i quali si possono ottenere notevoli effetti sinergici: conversione dell’energia solare in elettrica per l’edificio, applicazione come elementi schermanti, sostituzione di elementi vetrati nel caso di moduli semi-trasparenti. Il conseguimento dei livelli ottimali di illuminazione naturale richiede la disposizione e il dimensionamento di superfici trasparenti. Nel caso di corpi di fabbrica profondi si possono adottare sistemi di canalizzazione della luce ed elementi olografici. I primi sono di due tipi: traccianti, che impiegano cavi contenenti fibre ottiche, e non traccianti, costituiti da un condotto riflettente dotato di specchi e aperture negli ambienti da illuminare; i secondi sono pellicole sottili prodotte mediante luce laser, incorporate all’interno di lastre di vetro stratificato. La b. rivolge particolare attenzione ai materiali usati nella realizzazione dell’edificio, dovendo questi rispondere a esigenze di ecocompatibilità, concorrere all’efficienza energetica dell’edificio e non rilasciare sostanze tossiche o nocive. Per indicare materiali, processi e metodi possibilmente di origine naturale e a basso impatto ambientale si parla di bioedilizia, traduzione del termine tedesco Baubiologie utilizzato dall’Institut für Baubiologie, fondato nel 1976 a Neubeuern in Germania a sostegno di un costruire biologico. Lo studio dei materiali deve seguire il loro intero ciclo di vita, dalla produzione allo smaltimento (e possibilmente il riciclo), per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente. Per rispondere alle esigenze di innalzamento dell’efficienza energetica si usano isolanti trasparenti e materiali cromogenici. I primi presentano elevata trasparenza alla radiazione solare e buon isolamento termico; quelli cromogenici sono utilizzati per il controllo del surriscaldamento estivo. Vengono applicati tra due lastre di vetro per controllare la radiazione solare incidente. Tali materiali cambiano le loro caratteristiche di trasmissione ottica al variare della radiazione solare (fotocromici) o della temperatura (termocromici), o all’applicazione di un campo elettrico (elettrocromici). La sostenibilità degli edifici non può prescindere, infine, dalla realizzazione delle condizioni interne più idonee. Recenti studi hanno dimostrato che, in edifici a controllo climatico naturale, le aspettative di comfort ammettono un intervallo di variabilità nei valori di temperatura più ampio rispetto a quanto solitamente considerato per gli edifici a controllo climatico artificiale. Questi studi si sono intensificati fino a giungere alla definizione del comfort adattativo, che tiene conto dell’adattamento fisiologico, comportamentale e psicologico degli individui.

Biodanza
La Biodanza è un sistema che favorisce lo sviluppo umano e il rinnovamento esistenziale. Comprende esercizi e musiche organizzate secondo un Modello Teorico, destinate ad aumentare la resistenza energetica allo stress, elevare il grado di Vitalità e Benessere, migliorare la comunicatività, stimolare la creatività, non solo artistica ma anche esistenziale. Favorisce forme di comunicazione tra le persone più autentiche e profonde, proponendo una poetica dell’incontro umano.
Rinforza l’espressione di sentimenti ed emozioni salutari attraverso l’esperienza di far parte di una comunità che coltiva i valori umani rivolti alla comprensione dell’altro, all’accettazione del diverso, al sostegno affettivo, alla solidarietà e all’amicizia.
Ogni partecipante è invitato a elevare le proprie risorse vitali stimolando i potenziali umani innati. Al di là dei modelli, l’obiettivo è di offrire stimoli salutari per l’armonizzazione e lo sviluppo personale.
E’ una attività salutare che tutti possono sperimentare che propone un percorso verso la piena espressione integrata di se stessi. Induce “vivencias” (che significa l’atto di sentire qui e ora la vita) integrative, che promuovono l’unità corpo-mente-emozione, e che permettono un contatto profondo con la propria identità.
Profilo dell’Operatore
L’operatore professionale della Disciplina Bio-naturale Biodanza, con titolarità e autonomia nell’ambito delle proprie competenze, svolge un’attività diretta allo sviluppo dei potenziali umani. L’operatore propone esercizi individuali, a due o in gruppo finalizzati all’armonizzazione e all’espressione dell’energia vitale del partecipante e al rinforzo della sua Identità.

Biodinamica C.R.S. (craniosacrale)
La Biodinamica Craniosacrale è una Disciplina Bio-Naturale che non attiene e non ha interferenze con gli ambiti di specifica competenza della Sanità, dell'estetica, della fisioterapia e dell'osteopatia. La terminologia "Biodinamica Craniosacrale" è quella utilizzata dai suoi fondatori negli Stati Uniti d'America agli inizi del '900 ed è attualmente di uso corrente in tutti i continenti in cui è ampiamente diffusa.
Il termine "Biodinamica" indica l'oggetto col quale l'operatore interagisce nelle sessioni: la potenza energetica percepibile nel contatto con l'essere vivente.
Il termine "Craniosacrale" si riferisce all'oggetto prevalente dell'ascolto che è effettuato tramite lieve contatto manuale (da non confondere con il massaggio o con altre tecniche di digitopressione, fisioterapiche, kinesiologiche e osteopatiche). Interagisce invece con le aree del corpo considerate veicoli di più semplice rintracciamento dei ritmi biodinamici e non nella loro accezione anatomica. I ritmi biodinamici sono l'espressione della forza vitale del "Respiro della Vita" creatrice intelligente che permea l'intera matrice energetica dell'individuo.
Profilo dell'Operatore
L’operatore di biodinamica cranio sacrale si avvale di specifiche tecniche che prevedono un contatto dolce e leggero applicato in varie zone corporee allo scopo di ascoltare, preservare, consolidare e favorire la vitalità della persona.
Le sessioni, che consistono in un ascolto e in una sincronizzazione con i suddetti ritmi nel ricevente e in se stessi, tendono a sostenere le risorse innate, supportare le intrinseche capacità di equilibrio e ad integrare le funzioni vitali affinché si riarmonizzino con i ritmi naturali.

Biofertilità
Lo scopo della Biofertilità è la piena espressione della fertilità della coppia uomo-donna come risultato della propria vitalità e perciò non si limita a insegnare una mera tecnica ma pone le basi dell’azione nella promozione dell’Autocoscienza, della Conoscenza, della Fruizione, della Visione armonica di sé come parti essenziali della Disciplina.
L’approccio alla fertilità ha infatti come premessa l‘apertura alla vita con l’assunzione di responsabilità che ne consegue. Solo in base a questa premessa l’autocoscienza della coppia potrà pienamente e coscientemente utilizzare le conoscenze e le osservazioni per orientare il comportamento sessuale perché i rapporti sessuali, espressione dell’unità della coppia, abbiano l’esito voluto, cioè - nell’immediato - quello di ricercare anziché evitare una gravidanza.
Profilo dell’Operatore:
L’operatore in Biofertilità considera una Visione unitaria della persona nelle sue componenti di corpo, psiche, ragione, religiosità (o, in altri termini, rapporto con l’Oltre), secondo un approccio olistico; considera la Vitalità come armonia possibile, attraverso l’Autocoscienza e la padronanza di sé; considera un valore imprescindibile la Naturalità, evitando quindi di interferire con l’andamento naturale della vita (nessuna medicina, nessuna sostanza, nessuna azione che interferisca, salvo indirizzare alla cura in caso di evidente necessità), approfondendo l’Autoosservazione e la correlazione degli eventi psicologici e fisiologici e proponendo uno Stile di vita sia del marito sia della moglie che ottimizzi il benessere profondo e costante (quindi non emozionale o momentaneo).

Celebrante Laico
É un rituale che segna il cambiamento di un individuo da uno status socio-culturale ad un altro, cambiamenti che riguardano il ciclo della vita individuale; il caso paradigmatico è quello dei riti di iniziazione, ma anche altri avvenimenti come la nascita, la morte, il matrimonio o la menopausa, o anche altre situazioni connesse o meno ad avvenimenti biologici, possono essere gestite socialmente mediante tale tipologia di riti. Il rituale si attua, il più delle volte, in una cerimonia o in prove diverse. I riti di passaggio permettono di legare l'individuo al gruppo, ma anche di strutturare la vita dell'individuo a tappe precise, che permettono una percezione tranquillizzante dell'individuo nel rapporto con la sua temporaneità e con la sua mortalità. Questo fenomeno ha dunque un ruolo importante per l'individuo, per la relazione tra l'individuo e il gruppo e per la coesione del gruppo nel suo insieme. Tale tipologia rituale è stata indicata come universalmente diffusa dall'etnologo Arnold Van Gennep (1873-1957), che la descrisse per primo nel 1909. Successivamente tale categoria concettuale è stata costantemente utilizzata dagli studiosi di scienze etno-antropologiche per descrivere rituali presso i più disparati gruppi sociali.

Cinofilia etico bionaturale
La Cinofilia intesa come rapporto Uomo e Cane, fa propri tutti i principi delle Discipline BioNaturali quali l’energia, la vitalità e l’equilibrio e li pone quale base essenziale per instaurare un rapporto paritetico tra questi due mondi, escludendo in modo specifico tutte le attività agonistiche, veterinarie e/o sanitarie.
La Cinofilia Etico Bio-naturale, fondata su questi principi si pone quale ponte di collegamento tra il mondo umano e il mondo animale rispettando gli equilibri naturali che sono presenti in ogni essere vivente e che sono alla base della Vita. Tale metodo, non invasivo, stimola l’armonizzazione dell’energia vitale di entrambi che ne ricevono reciproco beneficio a livello psicofisico ed energetico.Aiuta il binomio Cane/Proprietario a ritrovare l’armonia psicofisica attraverso l’uso di tecniche naturali, energetiche, manuali, che stimolano un naturale processo di crescita e della consapevolezza di sé.
Profilo dell’Operatore/Istruttore
L’Operatore/Istruttore di Cinofilia Etico Bio-naturale è una figura professionale che opera in autonomia, si colloca a pieno titolo nel settore dei canidi privilegiando l’attenzione allo stato psicofisico e al benessere sia dell’Uomo che dell’animale, nel rispetto dei codici Etici e Deontologici applicati nell’area delle Discipline Bio Naturali.
L’Operatore/Istruttore per conseguire i propri obbiettivi utilizza molteplici tecniche sia sulla Persona che sull’animale operando sul singolo oppure sul binomio. In via prioritaria utilizza tecniche di ascolto e comunicazione, di rilassamento, di gestione dello stress, di educazione e consapevolezza nutrizionale e di stimolazioni manuali su vari punti di digitopressione. Una particolare attenzione viene riservata alle tecniche di respirazione umana che sono fondamentali per creare l’equilibrio corpo/mente e una immediata sintonia tra Uomo e animale.

Clown terapia
Clownterapia è un termine, composto dall’unione delle parole clown e terapia, con cui si definisce un tipo di assistenza in ambiente sanitario. Più in generale, indica l’applicazione di un insieme di tecniche derivate dal circo e dal teatro di strada, in contesti di disagio sociale o fisico, quali ospedali, case di riposo, case famiglia, orfanotrofi, centri diurni, centri di accoglienza, ecc.Il clown trasforma il reparto o la camera d’ospedale – cornici fredde e distaccate dove vivono i pazienti – in un ambiente magico, in cui la risata si fa strumento di gioia e sicurezza, incoraggiando al dialogo, quale forma essenziale di interazione e legami. Inoltre prova a stabilire con gli spettatori un rapporto umano di fiducia e confidenza, capace di far dimenticar la quotidianità della vita ospedaliera, a profitto della fantasia e dell’immaginazione. L’importanza di questa figura non si esaurisce nella figura del paziente, bensì si estende a tutta la sua famiglia, proprio perché i miglioramenti del malato vengono vissuti e condivisi anche da coloro che lo circondano con amore e affetto.La formazione del Clown Dottore può esser definita multidisciplinare. Oltre alle classiche arti del Clown, l’operatore riceve una formazione in discipline umanistiche (psicologia, pedagogia, sociologia dei luoghi di cura ed altro) in modo da essere in grado di poter rendere il proprio intervento efficace senza mai perdere il sorriso.

Costellazioni familiari
La tecnica si basa su teorie e prassi psicologiche, a partire dalla psicoanalisi (Bert Hellinger, l'ideatore delle costellazioni familiari), riprendendo poi molti aspetti dalla psicoterapia della Gestalt, dalla psicoterapia sistemico familiare, dall'ipnosi eriksoniana, e dallo psicodramma di Moreno. Bert Hellinger a partire dal 1980 espose le basi delle sue linee teoretiche e metodologiche in merito alle costellazioni familiari e sistemiche. Poco dopo, in Francia Anne Schützenberger mise a punto una tecnica che si potrebbe definire sorella delle costellazioni familiari, chiamata "Sindrome degli Antenati". Qualche anno più tardi, nel '90, due sorelle psicoterapeute del Mental Research Institute di Palo Alto, Doris e Lise Langlois, misero a punto un'altra tecnica simile, dandole il nome di "psicogenealogia". Secondo Hellinger e i suoi sostenitori, gli elementi teoretici che sono alla base della terapia sarebbero ripresi da numerose concezioni e pratiche sviluppate nell'ambito della psicologia e della psicoanalisi, ma anche di altre definite come pseudoscientifiche. Hellinger ritiene che - a suo parere - la vita di ognuno sarebbe condizionata da destini e sentimenti che non sarebbero veramente propri e personali, secondo questa sua teoria, a "irretimenti" del sistema-famiglia e, a suo dire, potrebbero essere portati alla luce attraverso il processo delle cosiddette "costellazioni familiari". Queste sono costituite da una "messa in scena", riprodotta da "rappresentanti", che in modo intuitivo ricreerebbero le inter-dipendenze esistenti tra i componenti di una famiglia o di un gruppo, permettendo in tal modo di evidenziare le presunte dinamiche inconsce che, nel suo modello, produrrebbero sofferenza in molti aspetti della vita (relazioni affettive, relazioni professionali, rapporto con il denaro e con la salute). Ciò che accade durante una rappresentazione familiare è stato ipoteticamente spiegato rifacendosi a teorie note ma non generalmente accettate da tutta la comunità scientifica: la teoria dei campi morfogenetici di Rupert Sheldrake, le dichiarazioni di Masaru Emoto sulla presunta "memoria delle acque", i diversi stati di coscienza cui fa riferimento l'ipnosi eriksoniana, e altro. Non risultano esistere prove cliniche di efficacia o di sicurezza del metodo che siano state pubblicate nella letteratura scientifica internazionale peer-reviewed. I risultati di questo metodo sono stati attribuiti dalla letteratura scientifica a fenomeni come l'effetto placebo, la suggestione e l'empatia.

Counseling
Il termine counseling (o anche counselling secondo l’inglese britannico) indica un’attività professionale che tende ad orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità del cliente, promuovendone atteggiamenti attivi, propositivi e stimolando le capacità di scelta. Si occupa di problemi non specifici (prendere decisioni, miglioramento delle relazioni interpersonali) e contestualmente circoscritti (famiglia, scuola, lavoro). Il sostantivo counseling deriva dal verbo inglese to counsel, che risale a sua volta dal verbo latino consulo-ĕre, traducibile in “consolare”, “confortare”, “venire in aiuto”. Quest’ultimo si compone della particella cum (“con”, “insieme”) e solĕre (“alzare”, “sollevare”), sia propriamente come atto, che nell’accezione di “aiuto a sollevarsi”. È omologo un altro verbo latino: consulto-āre, iterativo di consultum, participio passato di consulo, col significato di “consigliarsi”, “deliberare”, “riflettere”. Ciò pone il termine tra le forme del verbo italiano “consultare” come ricorso a competenze superiori per necessità contingenti.

Craniosacrale
Innanzitutto Cranio-Sacrale è la denominazione di un sistema fisiologico del nostro corpo. Il sistema cranio-sacrale prende nome dalle ossa che, insieme alle vertebre, circondano il sistema nervoso, cioè le ossa del cranio e l’osso sacro. Il cervello e il midollo spinale sono ricoperti da membrane protettive che formano intorno ad essi una sorta di involucro unico, nel quale circola il liquido cerebrospinale. Questo liquido viene prodotto e riassorbito all’interno della scatola cranica creando un ritmo, (il Ritmo Cranio Sacrale), che si propaga in tutto il corpo come un movimento a marea leggerissimo, dalle diverse ossa del cranio lungo tutta la colonna vertebrale fino all’osso sacro e alle parti periferiche del corpo, attraverso la fascia connettivale. Scompensi strutturali possono presentarsi fin dalla nascita, se riusciamo ad intervenire immediatamente, potremo impedire che le alterazioni entrino a far parte in modo definitivo della struttura fisica. Le tecniche craniali o cranio-sacrali sono micro-movimenti al livello delle ossa del cranio, la cui normalizzazione influisce positivamente sull’equilibrio del sistema neuro-vegetativo. I principi del craniosacrale che contemplano scienza, tecnica ed arte, richiedono un elevato livello di conoscenza ed abilità pratica associate ad un “feeling” che possono essere acquisiti solamente attraverso un percorso formativo lungo e completo ed una pratica quotidiana. Le modalità craniosacrali sono indirizzate a liberare la mobilità e la motilità intrinseca, spontanea ed involontaria delle ossa del cranio e di tutte quelle strutture che con esse entrano in contatto. È probabile che tale mobilità prenda origine dalla sfera cranica e si diffonda in seguito a tutto il corpo. Quando si parla di terapia craniosacrale si intende una serie di modalità manuali, delicate e non invasive che vanno ad alleviare e a risolvere le più disparate tipologie di disturbi. Operando in sinergia all’Intelligenza intrinseca al corpo, otteniamo, oltre alla risoluzione del dolore, una chiave di accesso alle cause che hanno determinato il disagio e la sofferenza. Si deve al Dr. Sutherland, padre della terapia craniosacrale, intorno al 1930, la geniale intuizione di un sistema involontario di “respiro” dei tessuti, determinante per il mantenimento della loro salute e battezzato dallo stesso Sutherland come “Respiro della Vita”. Questo sottile movimento è in grado di fornire, attraverso la palpazione manuale, preziose informazioni cliniche. Esso porta con sè un’ Intelligenza Basilare che possiede un progetto essenziale di salute che è la matrice originale: un Principio Ordinante profondo, intrinsecamente distribuito nel corpo attraverso i fluidi con i ritmi a marea caratteristici di questo movimento chiamato sistema respiratorio primario. Il Craniosacrale Biodinamico è una pratica che utilizza l’ascolto dei ritmi a marea nel corpo come strumento simultaneo di valutazione e trattamento il cui scopo è la possibilità di attingere alle nostre risorse interne per risvegliare il potenziale intrinseco di guarigione. Si assisterà così ad un profondo cambiamento fisico e psichico. Il ritmo Craniosacrale si presenta già nella fase embrionale e coinvolge tutti i sistemi del nostro corpo: dal Sistema Nervoso Centrale al Sistema Endocrino, al Sistema Neuro-Muscolo-scheletrico. Scopo essenziale del trattamento Craniosacrale Biodinamico è di favorire quindi l’espressione di questo movimento respiratorio primario nei tessuti, muovendosi in sintonia con la fisiologia del corpo e in sinergia con le forze intrinseche del paziente, al fine di dissipare ogni forza stressante intrappolata nel corpo. Attraverso il “sentire” delle proprie mani l’operatore sarà in grado di creare le migliori condizioni affinché questo avvenga. Biodinamico esprime la qualità della relazione che l’Operatore crea per ascoltare e accogliere il Corpo nella sua integrità di funzioni fisiche, emozionali e di pensiero. É un approccio dal tocco dolce che avvalendosi di modalità che operano attraverso l’ascolto, la sincronizzazione e la stimolazione dei ritmi biologici naturali, facilita le profonde capacità di autoguarigione della persona sviluppando la consapevolezza di Sé. É una metodica applicabile nel campo terapeutico così come nella vita quotidiana per il nostro benessere ed equilibrio. Il dr. Still, padre dell’osteopatia, riteneva il corpo umano capace di curarsi da sè e che il compito del medico fosse quello di rimuovere ogni impedimento alle normali funzioni di ogni individuo. Promuoveva uno stile di vita e un’alimentazione salutare, astinenza da alcool e droghe, e usava tecniche manipolative per migliorare le funzioni fisiologiche. La sua filosofia si basava sulla comprensione dell’integrazione tra corpo, mente e spirito, l’interrelazione tra la struttura e la funzione e la capacità del corpo di guarirsi da solo quando meccanicamente in salute. Intorno ai primi del’900 un suo allievo, l’ americano dott. Sutherland, si chiese perchè la natura avesse creato quelle particolari suture tra le varie ossa del cranio. Dopo anni di sperimentazione e di osservazioni, dedusse che le ossa del cranio e il sacro si muovono e lo fanno grazie ad una spinta che viene da dentro il cervello. Nel corpo tutto si muove, la vita stessa è movimento, ma in particolare proprio al centro del cervello, ci sono degli spazi vuoti, dalla forma affascinante, chiamati ventricoli. Lì viene prodotto il liquido CefaloRachidiano, (denominato anche liquor o liquido cerebro spinale) che poi fuoriesce dai ventricoli e va a circondare gli emisferi cerebrali e il midollo. Abbiamo così una circolazione fluida, è come se la maggioranza delle nostre strutture nervose fossero a bagno, o meglio galleggiassero in questo liquido. Il Liquido Cefalorachidaino, non solo fluttua, ma è anche soggetto a una variazione di pressione, dovuta alla sua produzione e riassorbimento, come se si gonfiasse e si sgonfiasse dando così una delle spiegazioni di quello che viene ormai comunemente definito Ritmo Cranio Sacrale. Il cranio ed il sacro, collegati dalle meningi, si muovono insieme e quest’onda si diffonde in tutto il corpo, noi non ne siamo coscienti, è un meccanismo involontario, ma che nasce al centro del nostro cervello, e in qualche modo riflette le nostre condizioni psico-fisiche. Il nostro corpo è attraversato da queste onde, che qualcuno ha paragonato al modo in cui si manifesta l’essenza della vita…. le ossa, gli organi e tutte le strutture nel corpo sono influenzate da questo particolare tipo di movimento ritmico che si esprime nel nostro corpo come il flusso ed il riflusso di una marea: abbiamo un mare, un oceano al nostro interno. (fonte BSC TRIESTE)

Cristalloterapia
La cristalloterapia è una pratica di medicina alternativa, che si prefiggerebbe di eliminare disfunzioni o malesseri mediante la collocazione di minerali su determinati punti del corpo. Secondo i sostenitori di questa pratica, ogni cristallo avrebbe una sorta di “campo energetico” proprio ed avrebbe la capacità di entrare in contatto con ogni forma vivente del regno animale. Il cristallo opererebbe nel corpo umano sui piani definiti come “fisico-emotivo-mentale” e spirituale, riportando “l’equilibrio” e “l’armonia”. Non esiste alcuna prova scientifica di tali affermazioni; la stessa espressione campo energetico, come intesa dalla cristalloterapia, è priva di qualsiasi significato o riscontro; soprattutto, non esiste alcuna prova di efficacia o utilità clinica del metodo. Dal mondo classico al Medioevo, le presunte proprietà ed i presunti effetti dei minerali furono oggetto di speculazione filosofica e alchemica. Alle pietre era attribuito un preciso influsso terapeutico, specifico per ciascuna patologia, come affermato ad esempio nella Naturalis historia di Plinio o dal trattato Sulle rocce di Teofrasto. Secondo chi propone queste pratiche, ogni cristallo avrebbe presunti “effetti”. Il cristallo, acquistato o trovato in natura, potrebbe essere scelto anche basandosi sull’intuito e sulle sensazioni ed emozioni ricevute dal contatto col minerale.

Cromopuntura/cromoterapia
La cristalloterapia è una pratica di medicina alternativa, che si prefiggerebbe di eliminare disfunzioni o malesseri mediante la collocazione di minerali su determinati punti del corpo. Secondo i sostenitori di questa pratica, ogni cristallo avrebbe una sorta di “campo energetico” proprio ed avrebbe la capacità di entrare in contatto con ogni forma vivente del regno animale. Il cristallo opererebbe nel corpo umano sui piani definiti come “fisico-emotivo-mentale” e spirituale, riportando “l’equilibrio” e “l’armonia”. Non esiste alcuna prova scientifica di tali affermazioni; la stessa espressione campo energetico, come intesa dalla cristalloterapia, è priva di qualsiasi significato o riscontro; soprattutto, non esiste alcuna prova di efficacia o utilità clinica del metodo. Dal mondo classico al Medioevo, le presunte proprietà ed i presunti effetti dei minerali furono oggetto di speculazione filosofica e alchemica. Alle pietre era attribuito un preciso influsso terapeutico, specifico per ciascuna patologia, come affermato ad esempio nella Naturalis historia di Plinio o dal trattato Sulle rocce di Teofrasto. Secondo chi propone queste pratiche, ogni cristallo avrebbe presunti “effetti”. Il cristallo, acquistato o trovato in natura, potrebbe essere scelto anche basandosi sull’intuito e sulle sensazioni ed emozioni ricevute dal contatto col minerale.

Danza creativa
La danza creativa metodo Risvegli - Maria Fux, prende il nome dalla danzatrice e coreografa argentina che l’ha ideata negli anni ‘60. Partendo dalla propria esperienza artistica. Una metodologia semplice ma profonda che consente di incontrare e fare incontrare persone di qualunque età e in qualunque condizione psicofisica. Durante un incontro di danza creativa, attraverso il movimento con la musica vengono proposte coreografie non tecnicistiche e al contempo, con l’uso di immagini e oggetti (stoffa, elastici, carta crespa...), si crea una condizione emotivamente e fisicamente coinvolgente, in cui è possibile esplorare la propria creatività ed espressività. Tutto ciò facilita il miglioramento dell’umore, aumenta la consapevolezza di sé, suggerisce e fa sperimentare comportamenti utili per il proprio benessere. La danza rappresenta “la possibilità”, il “si può”, proprio dove sembra che ci siano impossibilità o limiti gravi che precludono o riducono la capacità di esprimersi e relazionarsi. Perché tutto questo possa realizzarsi è previsto che la metodologia si attui perlopiù in situazioni di gruppo, in modo tale che la presenza degli altri consenta effettivamente di sperimentare la danza come mezzo espressivo e comunicativo.
Profilo dell’Operatore
La danza creativa è la materia di studio attraverso la quale, al terzo anno di formazione, si comprendono intimamente il significato simbolico e il potenziale trasformativo che hanno i percorsi coreografici e gli spunti della metodologia che Maria Fux ha messo a punto e verificato negli anni e che ciascuno allievo avrà precedentemente sperimentato su di sé.
L’obiettivo della formazione è fornire agli allievi gli strumenti corporei, artistici ed espressivi che si rendono necessari all’approccio con le differenti utenze, per indirizzarle a un percorso di cambiamento finalizzato ad aumentarne il benessere e la qualità di vita.

Educazione posturale al lavoro
Questa disciplina è una originale combinazione di apprendimento conoscitivo emotivo ed esperienziale. Promuove lo sviluppo di consapevolezza della propria postura in termine di relazione tra corpo e spazio coniugato a competenze motorie idonee a prevenire e contrastare fenomeni di disarmonia energetica. La consapevolezza posturale non è una competenza spontanea in quanto le persone guidano la propria posizione e movimenti del corpo sulla base di una rappresentazione mentale del corpo stesso che di frequente non è adeguata alla realtà. Questa disciplina assume sempre più rilevanza nella società moderna con l’allungarsi della vita, l’innalzamento dell’età pensionabile e l’invecchiamento della popolazione lavorativa. Stare in piedi, sedersi, piegarsi, portare e sollevare pesi: posizioni e movimenti che ogni giorno assumiamo ed effettuiamo con grande frequenza. Per cui se non disponiamo di metodi educativi al movimento adeguati possiamo incorrere in disequilibri muscolo-scheletrici che possono condurre anche a disturbi della salute. Le tecniche proprie del protocollo insegnato sono: esercizi energetici; tecniche per il miglioramento dell’apprendimento; respirazione; visualizzazione; affermazioni e comunicazione; tecniche di alleviamento dello stress; informazioni sul corretto stile di vita (movimento, alimentazione, fumo, alcool, ecc.). Queste sono affiancate da indispensabili nozioni dell’anatomia umana, della fisiologia ecc.

Equitazione etico bionaturale
L’Equitazione intesa come rapporto Uomo e cavallo, fa propri tutti i principi delle Discipline Bio Naturali quali l’energia, la vitalità e l’equilibrio e li pone quale base essenziale per instaurare un rapporto paritetico tra questi due mondi, escludendo in modo specifico tutte le attività agonistiche. L’Equitazione Etico-Bionaturale si pone quale ponte di collegamento tra il mondo umano e il mondo animale rispettando gli equilibri naturali che sono presenti in ogni essere vivente e che sono alla base della Vita.
Tale metodo, non invasivo, stimola l’armonizzazione dell’energia vitale di entrambi che ne ricevono reciproco beneficio a livello psicofisico ed energetico
Profilo dell’Operatore/Istruttore
L'Operatore/Istruttore di Equitazione Etico Bio-naturale opera in autonomia; si colloca a pieno titolo nel settore degli equidi privilegiando l’attenzione allo stato psicofisico e al benessere dell’Uomo e dell'animale, nel rispetto dei codici Etici e Deontologici applicati nell’area delle Discipline Bio Naturali. Utilizza molteplici tecniche sia a livello individuale che sull’animale operando sul singolo oppure sul binomio. Utilizza tecniche di ascolto e comunicazione, di rilassamento, di gestione dello stress, di educazione e consapevolezza nutrizionale e di stimolazioni manuali su vari punti di digito-pressione. Una particolare attenzione viene riservata alle tecniche di respirazione umana che sono fondamentali per creare l'equilibrio corpo/mente e una immediata sintonia tra Uomo e animale.

Essenze floreali
Tale metodologia, si esplica attraverso uno o più incontri in cui il professionista, attraverso l’ascolto empatico si impegna a comprendere la natura del problema del cliente, le sue esigenze e l’ambiente in cui vive. Una volta individuato lo squilibrio emozionale, il consulente guida il cliente alla scelta delle essenze floreali indicate a sbloccarne la forza reattiva e mobilitarne le risorse interiori per rendere possibile un cambiamento e facilitare così la soluzione del problema. Grazie al progressivo utilizzo delle essenze corrispondenti ai vari stati emotivi attraversati dal cliente, quest’ultimo acquisisce autonomia e consapevolezza, affrontando in modo più sereno ed efficace la propria situazione di vita reale nel quotidiano.
Profilo dell’Operatore.
L’Operatore professionale DBN della Disciplina Essenze Floreali, opera per il benessere della persona attraverso l’applicazione del sistema naturale delle Essenze Floreali, all’interno di una relazione di aiuto con le persone che stanno attraversando un momento di disagio (emotivo, professionale, familiare, relazionale o di benessere), al fine di riequilibrare lo stato emozionale disarmonico.
Operatore in Fiori di Bach
I 38 Fiori di Bach corrispondono a 38 stati d’animo della persona; vengono scelti esclusivamente in base al colloquio con il cliente, senza interpretazioni psicologiche e/o mediche, così come indicato dal suo scopritore dott. Edward Bach.
Ciascun Fiore di Bach armonizza uno specifico stato emozionale permettendo alla Persona di ritrovare, sviluppare ed esprimere le proprie risorse vitali e le innate capacità di adattamento.
I Fiori di Bach possono essere utilizzati singolarmente o in associazione, a seconda delle necessità individuali.
Profilo dell’Operatore
L’operatore del Metodo Originale, basato sull’utilizzo dei 38 Rimedi Floreali scoperti dal dottor Edward Bach, da cui sono derivati tutti gli altri Sistemi floreali è in grado di suggerire il migliore utilizzo di ogni rimedio calibrandolo sulle necessità della singola Persona in modo da stimolare opportunamente la Vitalità.

Feldenkrais
Il metodo Feldenkrais è un metodo di auto-educazione attraverso il movimento, che prende il nome dallo scienziato, fisico e ingegnere israeliano  che lo ideò: Moshé Feldenkrais (1904-1984). Si basa essenzialmente sul prendere consapevolezza dei propri movimenti e dei propri schemi motori e quindi, attraverso il movimento, di espandere la consapevolezza di sé nell'ambiente. È composto da sequenze di semplici movimenti che coinvolgono ogni parte del corpo, dall'ascolto profondo delle sensazioni che essi suscitano, dallo sviluppo di nuovi modi di muoversi, atteggiarsi e percepirsi. Il metodo Feldenkrais si propone di mettere la persona in grado di guidare il proprio apprendimento. È accessibile a tutte le persone, di qualsiasi età e condizione fisica. Tecnicamente, il metodo può essere considerato sia un tipo di ginnastica dolce che di ginnastica posturale, in quanto potenziando la funzionalità del cervello e del sistema nervoso, agisce positivamente sia sulla postura sia sulla coordinazione e fluidità di movimento.

Feng shui
Il feng shui (风水, pron. fen sciuei) è un’antica arte geomantica taoista della Cina, ausiliaria dell’architettura, affine alla geomanzia occidentale. A differenza di questa prende però in considerazione anche aspetti della psiche e dell’astrologia. Non esiste alcuna prova scientifica della fondatezza delle sue ipotesi.Non esiste una dottrina unificata o testi canonici sul feng shui, ma esistono numerose scuole che hanno sviluppato una serie complessa di regole, le due più importanti sono San Yuan Pai e San He Pai. Feng shui significa letteralmente “vento e acqua”, in onore ai due elementi che plasmano la terra e che col loro scorrere determinano le caratteristiche più o meno salubri di un particolare luogo. Secondo il taoismo esistono due principi generali che guidano lo sviluppo degli eventi naturali, essi sono il Ch’i e l’equilibrio dinamico di Yin e Yang. Lo yin è il principio umido oscuro e femminile, mentre lo yang è il principio caldo luminoso e maschile. Nel feng shui lo yin è rappresentato dall’acqua e lo yang è il vento inteso forse più come respiro, in fondo acqua e aria sono indispensabili per la vita. Nel feng shui l’I Ching viene praticato nel Bagua quando si arreda l’interno di edifici. Una delle principali scuole di pensiero è quella che pone le origini del feng shui nell’astrologia, ed in particolare nel Ki delle 9 stelle, anch’esso basato sui principi di Yin e Yang. Questo oroscopo consta di 9 numeri,associati ai 5 elementi (fuoco, terra, metallo, acqua, legno), ognuno dei quali corrisponde ad una direzione. Il fuoco è associato al Sud, e sta ad indicare la luminosità, la creatività e l’estro, lo spirito. L’acqua è associata al Nord e riguarda il riposo, l’interiorità e i rapporti interpersonali. Il metallo al Nord-Ovest e all’Ovest e riguarda l’organizzazione, le attività finanziarie, gli investimenti. La terra al Nord-Est e al Sud-Ovest e riguarda il governo, il sociale, l’alimentazione e la salute. Il legno all’Est e al Sud-Ovest e riguarda i viaggi, il commercio, le invenzioni e l’informatica. Le origini del feng shui, per quanto incerte, appaiono antichissime e sono state scoperte delle tombe risalenti al Neolitico che sembrano seguirne i principi nella costruzione. I progressi nella conoscenza dell’insieme delle arti che concorrono al feng shui vengono tradizionalmente attribuiti a sovrani mitici quali Fu Hsi e Huang Di. Nei secoli che precedettero i primi imperatori della dinastia Qin il feng shui, chiamato Ka Nyu (“studio della Terra”), faceva parte delle arti divinatorie di cui si occupavano consiglieri politici e militari. Altri autori però lo riportano fino ai tempi della dinastia Xia con l’osservazione dei gusci di tartaruga nel quadrato lo shu scoprendo insieme anche l’I Ching, l’astrologia e la numerologia cinese.Trovò una prima sistemazione e definizione organica nel fondamentale Zang Shu (“il libro delle sepolture”) di Guō Pú (郭璞, 276-324). L’autore descrive come l’energia del Drago (il Qi) scende dalle montagne, disperdendosi attraverso i venti, e si arresta dinanzi a uno specchio d’acqua, dove si raccoglie e condensa. L’energia vitale benefica è quindi il risultato di un equilibrio di forze, creata dalla presenza di elementi e conformazioni paesaggistiche che creano i presupposti per la “fortuna” di un luogo o edificio.Secondo i sostenitori delle ipotesi del feng shui, esisterebbero direzioni più propizie per le varie attività nella casa, nella vita, e nei viaggi, come anche la forma e il colore di mobili e oggetti hanno assonanze con i 5 elementi.Presso i cinesi ed alcune popolazioni limitrofe (soprattutto in Corea e nel Sudest asiatico) ci si rivolge spesso ad un esperto di feng shui per la scelta del terreno su cui edificare, per come orientare la casa e la porta principale in base alla data di nascita del capofamiglia, e per scegliere anche la data di inizio della costruzione e la data di trasferimento della famiglia nella nuova casa. Secondo le tradizioni culturali, un esperto feng shui è ritenuto inoltre in grado di valutare una casa dal punto di vista energetico, e di decidere quali sono i “rimedi” da adottare per armonizzare l’energia all’interno della casa e portare alla famiglia che la abita prosperità e serenità. Le strade di una città, pur essendo diritte, dovrebbero presentare svolte ad angolo retto, perché le strade eccessivamente lunghe e rettilinee secondo le teorie del Feng shui potrebbero convogliare energia venefica; questo stile è presente in molte antiche città in tutto il mondo, costruite con strade a zig-zag (o anche ‘a baionetta’) per ostacolare le invasioni.

Fitoalimurgia
Si definisce fitoalimurgia la conoscenza dell'uso delle specie vegetali (soprattutto erbe spontanee) a scopo alimentare. La fitoalimurgia fu un principio di nutrizione anche in tempo di guerra. Nel recente passato era consuetudine di molte persone, in particolare nei ceti meno abbienti, andare per erbe, e per questi le verdure selvatiche hanno costituito una risorsa alimentare di primaria importanza. Oggi la fitoalimurgia non ha più la funzione di risorsa alimentare, ma molti, grazie anche al maggior tempo libero a disposizione, stanno riscoprendo che andare per verdure porta alcuni benefici: venire a contatto con la natura, fare delle lunghe passeggiate e non ultimo variare il classico menu grazie alla raccolta di erbe.

Fitoterapia
La fitoterapia (dal greco phytón (pianta) e therapéia (cura), a volte anche impropriamente definita fitomedicina) è, in senso generale, quella pratica che prevede l’utilizzo di piante o estratti di piante per la cura delle malattie o per il mantenimento del benessere psicofisico. Data l’antichità di questa pratica, che con tutta probabilità rappresenta il primo esempio di pratica terapeutica umana, e data la sua generalizzata distribuzione geografica, è impossibile dare una descrizione di essa in termini di un sistema terapeutico specifico (come ad esempio è possibile fare per l’omeopatia). Piuttosto è sensato dire che l’utilizzo terapeutico delle piante si ritrova in tutti i sistemi terapeutici umani, da quelli più antichi e basati su osservazione ed empirismo, a quelli più sofisticati e con livelli di complessità teorica elevata, fino alla moderna biomedicina. La medicina popolare si serve di rimedi fitoterapici da tempi immemorabili. Ippocrate citava il rimedio come terzo strumento del medico accanto al tocco e alla parola. Dal punto di vista terminologico, limitandosi alla Unione Europea, solo da pochi anni, e limitatamente alla Gran Bretagna, esiste una categoria professionale istituzionalizzata di fitoterapeuti, con percorso formativo universitario distinto da quello previsto per la biomedicina, e con protezione legale del nome. Negli altri stati membri della UE il termine fitoterapeuta non ha valore legale, e la fitoterapia non è una branca riconosciuta dalla biomedicina.Le piante sono fra le principali fornitrici di sostanze medicamentose. Vanno considerate veri e propri produttori e contenitori dinamici di sostanze chimiche (Firenzuoli, 2009). Nella loro evoluzione esse hanno sviluppato innumerevoli metaboliti secondari che svolgono per la pianta varie funzioni ecologiche (repellenza, difesa dagli erbivori, lotta contro altre specie vegetali per il controllo delle risorse, difesa dai parassiti, attrazione degli impollinatori, ecc.). Questi stessi metaboliti secondari hanno mostrato importanti attività farmacologiche nell’uomo. Le moderne preparazioni fitoterapiche sono ottenute a partire dal materiale vegetale, sia fresco che essiccato, tramite estrazioni con solventi e metodiche diverse: se il solvente è l’etanolo in percentuali diverse si parla di estratti idroalcolici, solitamente chiamati tinture (o estratti fluidi); se il solvente è l’acqua si parla di infusi, decotti o macerati a freddo; se il solvente è un olio grasso si parla di oleoliti; l’estrazione con solventi diversi e non alimentari (esano, cloroformio, ecc.), che vengono poi eliminati, permette la preparazione di estratti molli e secchi. Alcune preparazioni sono costituite da estratti di singole piante, altri da combinazione di estratti da diverse piante. In particolare i medici hanno la possibilità non di preparare ma di prescrivere preparazioni vegetali che poi prepara il farmacista (medicinali galenici magistrali) Le preparazioni in libera vendita devono sottostare a vari standard di tipo qualitativo, mentre gli standard di efficacia e tossicologici vengono applicati (nella UE) solo a quei preparati ai quali venga riconosciuto lo status di farmaci vegetali (herbal medicines). La fitoterapia è una disciplina che prende origini dalla medicina popolare, che si differenzia dalle pratiche tipiche della medicina convenzionale solo per l’origine delle sostanze utilizzate: naturali cioè invece che di sintesi. Consente anche di curare e prevenire le malattie con i metodi diretti e mirati, tipici della medicina convenzionale. È stata anche annoverata tra le discipline non convenzionali, ma segue gli stessi criteri scientifici della medicina ufficiale. La pratica della fitoterapia è accettata dalla medicina, anche perché molte ricerche lo confermano, le piante medicinali usate come medicinali, sono state sottoposte a verifiche sperimentali condotte con metodo scientifico. Quelle che non le hanno superate non possono essere utilizzate e potrebbero pertanto essere inefficaci o dannose per la salute.

Floriterapia di bach
I fiori di Bach ― o rimedi floreali di Bach ― sono una medicina alternativa ideata dal medico britannico Edward Bach. Al riguardo, Bach sosteneva la necessità che tale forma di terapia dovesse essere semplice e accessibile a tutti, in quanto a suo dire chiunque avrebbe le potenzialità e le sensibilità necessarie per effettuare autodiagnosi e autopratica. Sosteneva inoltre che la terapia dovesse avere carattere preventivo e scevra di effetti collaterali. Alla base della floriterapia di Bach è il principio secondo il quale, nella cura di una persona, devono essere prese in considerazione soltanto le sue emozioni e la sua personalità, le quali determinerebbero il sintomo manifesto nel fisico: il singolo fiore sarebbe in grado di dare il via al processo di trasformazione dell’emozione negativa nel suo tratto positivo, con una conseguente scomparsa del sintomo fisico, essendo quest’ultimo ritenuto il disturbo finale di un disagio originatosi a un altro livello, molto più profondo. Ripetute e approfondite ricerche mediche e scientifiche non hanno tuttavia dimostrato alcun effetto terapeutico dei fiori di Bach, se non quello autosuggestivo dell’effetto placebo. Secondo i sostenitori, i rimedi floreali scoperti da Bach rilascerebbero nell’acqua, se opportunamente trattati, la loro «energia» o «memoria». Il concetto di «memoria dell’acqua» non è mai stato tuttavia dimostrato sperimentalmente e non ha riscontri nella letteratura scientifica accreditata. Secondo Bach la malattia all’origine non è materiale, bensì il risultato di uno squilibrio tra le scelte compiute con la mente e i desideri del cuore, a un livello più sottile. Tale squilibrio, alla lunga inascoltato, genera un sintomo nel fisico del quale la persona è costretta a occuparsi in quanto le causa dolore. Seguendo invece il proprio intuito e istinto si compiono quelle scelte armoniche che permettono al corpo di rimanere in salute. « La scienza degli ultimi due millenni ha considerato la malattia come un agente materiale che può essere eliminato solo da mezzi materiali: questo è, naturalmente, completamente sbagliato. La malattia del corpo, come la conosciamo noi, è un risultato, un prodotto terminale, uno stadio finale di qualcosa di molto più profondo. »(Edward Bach, Essere se stessi, trad. it., Macroedizioni, 1995, p. 15) Bach sostiene che a presiedere ogni disturbo fisico vi siano paure, preferenze personali ed emozioni; esattamente un’emozione negativa è all’origine di ogni disturbo psicosomatico: guarendo la mente, il corpo seguirà. Sulla base di tali principi Bach identificò trentotto rimedi floreali, corrispondenti ad altrettanti tipi di emozione, la cui «energia» entra in vibrazione con l’energia umana ed è in grado trasformare l’emozione negativa nel suo tratto positivo. Lungi dall’«eliminare» l’emozione, la terapia si propone di «trasformarla» al fine di rendere migliore e più «armonico» il soggetto. A titolo d’esempio, una persona egocentrica e a tratti egoista, trattata secondo la terapia di Bach sarebbe in grado di rendersi conto che una parte di sé è capace di dedicarsi agli altri con generosità, sì da ripristinare lo «stato armonico» tra mente e cuore, ed eliminando il sintomo fisico di malessere.I primissimi fiori scoperti da Bach furono i cosiddetti “12 Guaritori”, che il medico gallese iniziò prontamente a sperimentare prima su sé stesso e poi sui suoi pazienti; gli altri 26 vennero scoperti poco tempo dopo. Bach consigliava di cogliere i fiori nel periodo di massima fioritura e nelle prime ore del mattino di un giorno assolato, senza nubi in cielo; il fiore integro veniva posto in una ciotola d’acqua di sorgente nel campo dove era stato raccolto e veniva trattato secondo il metodo del sole. L’altro metodo, detto della bollitura, consiteva nel far bollire le gemme o i boccioli sui propri rametti. Questi sono gli unici due metodi di preparazione riportati nelle opere del medico gallese. Il Dr Bach abbandonò in seguito la distinzione tra “Guaritori”, “aiutanti” ed “assistenti” ritenendola superflua, ma molte persone nel mondo continuano ad utilizzarla ugualmente. Le spiegazioni qui di seguito sono una rapida sintesi del significato completo del fiore, secondo le teorie di Bach. La classificazione comprende: I “12 guaritori”: – Agrimony (Agrimonia), per chi nasconde i propri tormenti dietro una facciata gaia e cortese; – Centaury (Centaurea minore), per chi non riesce mai a dire “no”; – Chicory (Cicoria comune), per chi ama in modo possessivo, cercando di fare tutto il possibile per essere ricambiato; – Rock Rose (Eliantemo), per chi è preso da grande paura e panico; – Gentian (Genzianella autunnale), per chi si abbandona al pessimismo, si scoraggia e si deprime facilmente; – Mimulus (Mimolo giallo), per chi ha paura delle cose di tutti i giorni (andare dal dentista, paura di oggetti etc) – Impatiens (Balsamina dell’Himalaya), per chi è impaziente e non sopporta interferenze coi suoi ritmi; – Cerato (Piombaggine), per chi non ha fiducia in sé e chiede continuamente consiglio ad altri; – Scleranthus (Fiorsecco, Scleranto o Centigrani), per chi è indeciso tra due scelte; – Vervain (Verbena), per chi si lascia trasportare troppo dall’entusiasmo e ha un forte senso di giustizia; – Water Violet (Violetta d’acqua), per chi ama stare da solo e talvolta è orgoglioso; – Clematis (Clematide), per chi sogna ad occhi aperti, vivendo più nel futuro che nella realtà.

Gemmoterapia
I fiori di Bach ― o rimedi floreali di Bach ― sono una medicina alternativa ideata dal medico britannico Edward Bach. Al riguardo, Bach sosteneva la necessità che tale forma di terapia dovesse essere semplice e accessibile a tutti, in quanto a suo dire chiunque avrebbe le potenzialità e le sensibilità necessarie per effettuare autodiagnosi e autopratica. Sosteneva inoltre che la terapia dovesse avere carattere preventivo e scevra di effetti collaterali. Alla base della floriterapia di Bach è il principio secondo il quale, nella cura di una persona, devono essere prese in considerazione soltanto le sue emozioni e la sua personalità, le quali determinerebbero il sintomo manifesto nel fisico: il singolo fiore sarebbe in grado di dare il via al processo di trasformazione dell’emozione negativa nel suo tratto positivo, con una conseguente scomparsa del sintomo fisico, essendo quest’ultimo ritenuto il disturbo finale di un disagio originatosi a un altro livello, molto più profondo. Ripetute e approfondite ricerche mediche e scientifiche non hanno tuttavia dimostrato alcun effetto terapeutico dei fiori di Bach, se non quello autosuggestivo dell’effetto placebo. Secondo i sostenitori, i rimedi floreali scoperti da Bach rilascerebbero nell’acqua, se opportunamente trattati, la loro «energia» o «memoria». Il concetto di «memoria dell’acqua» non è mai stato tuttavia dimostrato sperimentalmente e non ha riscontri nella letteratura scientifica accreditata. Secondo Bach la malattia all’origine non è materiale, bensì il risultato di uno squilibrio tra le scelte compiute con la mente e i desideri del cuore, a un livello più sottile. Tale squilibrio, alla lunga inascoltato, genera un sintomo nel fisico del quale la persona è costretta a occuparsi in quanto le causa dolore. Seguendo invece il proprio intuito e istinto si compiono quelle scelte armoniche che permettono al corpo di rimanere in salute. « La scienza degli ultimi due millenni ha considerato la malattia come un agente materiale che può essere eliminato solo da mezzi materiali: questo è, naturalmente, completamente sbagliato. La malattia del corpo, come la conosciamo noi, è un risultato, un prodotto terminale, uno stadio finale di qualcosa di molto più profondo. »(Edward Bach, Essere se stessi, trad. it., Macroedizioni, 1995, p. 15) Bach sostiene che a presiedere ogni disturbo fisico vi siano paure, preferenze personali ed emozioni; esattamente un’emozione negativa è all’origine di ogni disturbo psicosomatico: guarendo la mente, il corpo seguirà. Sulla base di tali principi Bach identificò trentotto rimedi floreali, corrispondenti ad altrettanti tipi di emozione, la cui «energia» entra in vibrazione con l’energia umana ed è in grado trasformare l’emozione negativa nel suo tratto positivo. Lungi dall’«eliminare» l’emozione, la terapia si propone di «trasformarla» al fine di rendere migliore e più «armonico» il soggetto. A titolo d’esempio, una persona egocentrica e a tratti egoista, trattata secondo la terapia di Bach sarebbe in grado di rendersi conto che una parte di sé è capace di dedicarsi agli altri con generosità, sì da ripristinare lo «stato armonico» tra mente e cuore, ed eliminando il sintomo fisico di malessere.I primissimi fiori scoperti da Bach furono i cosiddetti “12 Guaritori”, che il medico gallese iniziò prontamente a sperimentare prima su sé stesso e poi sui suoi pazienti; gli altri 26 vennero scoperti poco tempo dopo. Bach consigliava di cogliere i fiori nel periodo di massima fioritura e nelle prime ore del mattino di un giorno assolato, senza nubi in cielo; il fiore integro veniva posto in una ciotola d’acqua di sorgente nel campo dove era stato raccolto e veniva trattato secondo il metodo del sole. L’altro metodo, detto della bollitura, consiteva nel far bollire le gemme o i boccioli sui propri rametti. Questi sono gli unici due metodi di preparazione riportati nelle opere del medico gallese. Il Dr Bach abbandonò in seguito la distinzione tra “Guaritori”, “aiutanti” ed “assistenti” ritenendola superflua, ma molte persone nel mondo continuano ad utilizzarla ugualmente. Le spiegazioni qui di seguito sono una rapida sintesi del significato completo del fiore, secondo le teorie di Bach. La classificazione comprende: I “12 guaritori”: – Agrimony (Agrimonia), per chi nasconde i propri tormenti dietro una facciata gaia e cortese; – Centaury (Centaurea minore), per chi non riesce mai a dire “no”; – Chicory (Cicoria comune), per chi ama in modo possessivo, cercando di fare tutto il possibile per essere ricambiato; – Rock Rose (Eliantemo), per chi è preso da grande paura e panico; – Gentian (Genzianella autunnale), per chi si abbandona al pessimismo, si scoraggia e si deprime facilmente; – Mimulus (Mimolo giallo), per chi ha paura delle cose di tutti i giorni (andare dal dentista, paura di oggetti etc) – Impatiens (Balsamina dell’Himalaya), per chi è impaziente e non sopporta interferenze coi suoi ritmi; – Cerato (Piombaggine), per chi non ha fiducia in sé e chiede continuamente consiglio ad altri; – Scleranthus (Fiorsecco, Scleranto o Centigrani), per chi è indeciso tra due scelte; – Vervain (Verbena), per chi si lascia trasportare troppo dall’entusiasmo e ha un forte senso di giustizia; – Water Violet (Violetta d’acqua), per chi ama stare da solo e talvolta è orgoglioso; – Clematis (Clematide), per chi sogna ad occhi aperti, vivendo più nel futuro che nella realtà.

Grafologia
La grafologia è una tecnica che presume di dedurre alcune caratteristiche psicologiche di un individuo attraverso l’analisi della sua grafia. La validità e l’attendibilità di questa tecnica non sono mai state validate scientificamente, la sua attendibilità risulta quindi pressoché nulla; per questo motivo tali perizie non sono ammesse in ambito forense, al contrario delle perizie calligraficheche invece servono per validare soltanto la paternità della grafia.La metodologia d’indagine parte dal presupposto che la scrittura, superate le fasi dell’apprendimento, diventa un processo automatico, risultato delle risposte motorie ai neuroni. Il gesto grafico, quindi, viene interpretato come “gesto espressivo”. Tali risposte comportamentali non possono essere che uniche, come esclusive sono le esperienze emozionali degli individui. Da queste premesse deriverebbe la possibilità di interpretazione della scrittura per la descrizione della personalità umana, un’indagine che nella visione della scuola grafologica morettiana comprende anche l’aspetto somatico, sia dal punto di vista morfologico sia da quello espressivo. L’utilizzo della “grafologia somatica”, tuttavia, è piuttosto marginale nelle ricerche e nella pratica attuale.Il primo principio è l’analogia fra il carattere e la scrittura; in fondo quando andiamo a comperare un vestito ne scegliamo uno adatto, e perciò in qualche modo simile a noi, quindi a maggior ragione la scrittura, manifestazione intima dell’uomo, non può che essere in relazione con le emozioni e le porta a galla inevitabilmente. Il grafologo deve essere a conoscenza dello stato d’animo e le aspettative del soggetto nel momento in cui scrive; cerca di interpretare lo stato d’animo dello scrivente in base al tipo di movimento che sta alla base dell’atto grafico. Studia il tratto: la leggerezza o la pesantezza, la direzione curva o diritta, la nettezza dei bordi e così via. Il grafologo deve capire lo stato di spontaneità o meno dello scrivente; spesso infatti l’autore tende a mascherarsi imitando un modello o cercando di fornire una certa immagine di sé. Un altro principio fondamentale è il simbolismo, dato che i soggetti appartenenti ad una certa cultura condividono alcuni simboli fondamentali e la scrittura stessa proietta simboli collettivi o individuali. Il colore del foglio, del tratto possono essere un simbolo di uno stato d’animo ben preciso.

Ikebana
Ikebana (生け花 o いけばな) è l’arte giapponese della disposizione dei fiori recisi, anticamente conosciuta come Kadō (華道 o 花道). La traduzione letterale della parola Ikebana è “fiori viventi”, ma l’arte dei fiori può essere anche indicata come Kadō, cioè “via dei fiori”, intendendo cammino di elevazione spirituale secondo i principi dello Zen.L’Ikebana è un’arte molto antica. Ebbe origine in Oriente (India, Cina), ma solo nel complesso artistico e religioso del Giappone trovò terreno fertile per il proprio sviluppo trasformandosi, da iniziale offerta agli dei, in una multiforme espressione artistica. Le origini risalgono al VI secolo d.C., al periodo in cui il buddhismo, attraverso la Cina e la Corea, penetrò nell’arcipelago nipponico introducendovi, fra le altre, l’usanza delle offerte floreali votive. In origine l’arte dei fiori era praticata solamente da nobili e monaci buddhisti, le classi elevate del Giappone; solo molto più tardi si diffuse in tutti i ceti, diventando popolare con il nome di Ikebana. Il primo stile, piuttosto elaborato, fu il Rikka, che nella composizione comprendeva la presenza di sette elementi: i tre rami principali e i quattro secondari. In seguito fu elaborato uno stile più semplice, il Nageire, al quale seguì il Seika, un Rikka semplificato, meno austero del Nageire. In epoca moderna ogni scuola adottò un proprio stile personale e si cominciarono ad usare anche vasi bassi dal bordo poco elevato, e sassi, rami secchi ed altri materiali naturali. Tutti gli elementi utilizzati nella costruzione dell’ikebana devono essere strettamente di natura organica, siano essi rami, foglie, erbe, o fiori. Nelle composizioni dell’Ikebana rami e fiori sono disposti secondo un sistema ternario, quasi sempre a formare un triangolo. Il ramo più lungo, più importante, è considerato qualche cosa che si avvicina al cielo, il ramo più corto rappresenta la terra e il ramo intermedio l’uomo. Così come queste tre forze si devono armonizzare per formare l’universo, anche i fiori e i rami si devono equilibrare nello spazio senza alcuno sforzo apparente.

Iridologia
L’iridologia è un sistema di analisi che si afferma diagnostico basato sullo studio dell’iride dell’occhio. Si tratta di una pratica allo stato dei fatti da considerare pseudoscientifica, essendo priva di fondamento e riscontri scientifici. Diversi studi ne hanno provato l’inefficacia. Secondo l’iridologia, analizzando l’iride di una persona, si potrebbe determinare l’esistenza di un problema non solo relativo a qualche apparato o funzionalità del corpo, ma anche alle funzionalità mentali e psicologiche della persona. Gli iridologi sostengono di poter determinare se un organo sia malato ma non quale sia la malattia. L’iridologia moderna nasce con la pubblicazione della prima topografia iridea nel 1886 sulla rivista Homeopätische Monatsblätter del Dottor Ignatz von Peczely; il primo testo pubblicato dallo stesso autore nel 1880, Scoperte nel regno della natura e arte di guarigione; secondo una tradizione del 1837, von Peczely all’età di dieci anni catturò un gufo nel giardino della sua casa in Ungheria, nel tentativo di fuggire dalla mano del suo predatore il gufo si ruppe una zampa e von Peczely notò immediatamente che gli si era formata una macchia nell’iride nel punto della posizione che nel grafico dell’iride corrisponde alla gamba; questo segno colpì molto il giovane Peczely il quale a distanza di tempo notò un fenomeno simile in un’iride umana, in seguito ai suoi studi di medicina divenne noto come “il medico che poteva formulare una diagnosi osservando gli occhi”. Nello stesso periodo un altro ricercatore, il Reverendo svedese Nils Liljequist pubblica le prime osservazioni sulla variazione del colore delle iridi a seguito dell’assunzione di chinino e di iodio, nell’opera On Oegendiagnosen descrive in dettaglio le osservazioni del colore dell’iride dopo l’assunzione protratta di sostanze chimiche; il suo interesse per l’iride iniziò nel 1864 quando notò alcune alterazioni di colore nelle sue stesse iridi. Una cosa interessante è che i due ricercatori disegnarono una mappa iridologica simile pur non essendo a conoscenza l’uno del lavoro dell’altro. Altre scoperte si devono al pastore Felke, che studiò i tipi costituzionali e il loro legame con la terapia omeopatica. All’inizio del secolo scorso l’iridologia si diffonde in Europa e negli Stati Uniti.La parola iride deriva dal greco e significa arcobaleno per la sua colorazione o aureola perché è considerata come un’aureola che circonda la pupilla, è la sua pigmentazione che conferisce all’occhio il colore che lo caratterizza. Secondo l’iridologia, l’iride sarebbe una speciale carta topografica che riprodurrebbe, nel suo piccolo, tutta la mappa del corpo umano, la sua anatomia, le sue funzioni: un minuscolo archivio in cui sarebbero trascritti la salute dei nostri organi e il benessere dell’anima. L’iridologia è, secondo alcuni, un metodo di analisi, essa sarebbe la valutazione dell’integrità dei tessuti, chiamati collettivamente costituzione perché comprende punti di forza e di debolezza intrinseca; tale analisi, secondo i seguaci dell’iridologia, può forse riconoscere forze e debolezze della costituzione individuale risalendo anche per quattro generazioni. L’affermazione non è supportata da nessuna prova scientifica. L’iridologo in base alla macchie e alle sfumature cromatiche dell’iride o alla forma della corona riuscirebbe ad individuare il tipo di costituzione del paziente (linfatica, ematogena, disbiotica, etc….) ed i possibili segni evoluti delle sue patologie, scoprendo alcune volte, secondo alcuni, le cause di quei disturbi che sfuggono ad una sicura definizione. L’iridologia si baserebbe, secondo alcuni, sull’osservazione di un organo, unico non ricoperto da membrane opache, nel pieno svolgimento delle sue funzioni biologiche.Non esistono comunque prove scientifiche a favore di questa teoria, che risulta quindi essere una forma di pseudoscienza. Lo stress può determinare quindi l’insorgenza di malattie organiche. In una valutazione energetica con l’esame dell’iride, si osserverebbe, secondo questa teoria, la lucentezza dell’iride, la sua velocità di contrazione, le presenza o meno di tessuto appartenente ad altre strutture oftalmiche.

Ji shin do
L'agopunturaTecnica manuale non invasiva, applica pressioni lievi,prolungate e per nulla invasive o dolorose, apportate con le dita su punti ben precisi del corpo definiti dalla medicina tradizionale cinese e localizzati lungo i canali energetici (meridiani). Il JIN SHIN DO è la sintesi tra alcuni aspetti di psicologia occidentale, di filosofia taoista e di tecniche classiche di digito-pressione. Essa aiuta a trasformare, anziché sopprimere, gli stati di inquietudine conducendo a una vita più gioiosa e armoniosa. Rinnova, armonizza e rinforza l’energia vitale del corpo e dello spirito. Il JIN SHIN DO non è da considerarsi una tecnica di diagnosi, di terapia o di cura delle patologie. E' invece una tecnica di rilassamento e un utile complemento alle cure mediche o psicologiche effettuate da personale qualificato. PROFILO DELL’OPERATORE: La formazione professionale dell’Operatore DBN specializzato in JIN SHIN DO prevede l’acquisizione di competenze specifiche e trasversali che lo mettano in grado di svolgere una attività professionale completamente autonoma. L’Operatore ha piena conoscenza e padronanza dei più diffusi modelli culturali utilizzabili nell’interpretazione e nell’esplicazione dei fenomeni caratteristici della disciplina, riferita al modello culturale o stile di riferimento; Ha conoscenza e capacità di gestione adeguate delle tecniche elementari di autogestione del proprio equilibrio psicofisico

Jin shin do
Jin Shin Do® significa letteralmente “La Via dello Spirito Compassionevole” ed è una particolare tecnica – creata dalla psicoterapeuta Iona Marsaa Teeguarden – che racchiude e sintetizza diverse pratiche e teorie. Essa si basa, infatti, sulla “classica” digitopressione giapponese, ma anche sulla medicina cinese, sulla teoria dei segmenti di Rech, sulla filosofia taoista e sugli esercizi Qigong. Il Jin Shin Do identifica una serie di punti tesi sul corpo associandoli a particolari problematiche fisiche o psichiche (ansia, depressione, rabbia, sensi di colpa). Attraverso una digitopressione delicata e al tempo stesso profonda, il Jin Shin Do permette di rilasciare le tensioni fisiche ed emotive trasformando – non sopprimendo – gli stati d’inquietudine e favorendo così il benessere generale. Il fine del trattamento Jin Shin Do è liberare l’armatura (tensione cronica), bilanciare il QI (energia) e migliorare la vitalità.

Karate tradizionale biodinamico
L’idea dell’identificazione del Karate tra le attività utili alla vitalità dell’uomo nasce dalla trentennale esperienza di pratica dell’Arte Giapponese unita ai principi base della Medicina Tradizionale Cinese in ordine alla circolazione energetica all’interno del corpo.
Nel corso degli anni della pratica si è avuto modo di approfondire e sperimentare i principi fondamentali della disciplina anche attraverso i testi scritti dei maestri giapponesi trattanti argomenti legati alle pratiche olistiche orientali con particolare attenzione ai temi riguardanti la visione dell’uomo non solo come materia ma quale unione dei tre elementi Mente-Energia-Corpo Shin-Ki-Tai.
Premessa importante è sottolineare che con la denominazione KARATE TRADIZIONALE BIODINAMICO non si intende coniare un nuovo Stile di Karate ma bensì definire un metodo di allenamento che evidenzi quelle che sono le peculiarità della pratica degli stili finalizzata alla crescita psico-fisica e alla vitalità della persona, spostando in tal modo il focus dalle finalità sportive.
PROFILO DELL’OPERATORE:
Il Maestro/Operatore istruisce a compiere una serie di molteplici tecniche e spostamenti che, se eseguiti con le adeguate attenzioni quali in sintesi, respirazione, postura, alternanza tra compressione-espansione e contrazione-decontrazione, torsione e altre peculiarità che mettono in atto un processo di auto stimolazione dei circuiti energetici posti lungo tutto il corpo. Il Maestro/Operatore fonda il suo intervento sulla convinzione che la pratica di Arti Marziali abbia quale scopo nobile, congiunto alla difesa personale, l’ottenimento del processo di miglioramento psico-fisico e della vitalità della Persona.

Karuna
Il Karuna Reiki si presenta come una componente complementare del Reiki classico. Non è un metodo antagonista, tantomeno alternativo alla tecnica ideata da Mikao Usui. Ne è invece un arricchimento. Diversa è l'energia utilizzata, come differenti sono i simboli. L'energia utilizzata nel Karuna Reiki consente all'operatore di svolgere un lavoro più preciso, maggiormente mirato e differenziato. La qualità vibrazionale dell'energia utilizzata nel Karuna Reiki è molto elevata, essendo direttamente proporzionale all'apertura del cuore. L'energia viene messa in relazione all'operatore, alla sua disponibilità e presenza.

Kinesiologia
La Kinesiologia opera utilizzando quale strumento principale il test muscolare kinesiologico praticato su muscoli di tutto il corpo secondo i parametri definiti 11. nei testi base della Kinesiologia divulgati da David Walther, John Thie e Matthew Thie. I Kinesiologi valutano la congruenza tra i meccanismi propriocettivi e il tono basale dei muscoli volontari con l’interazione individuale e collettiva dei sistemi fisici, energetici, emozionali e spirituali dell’individuo. Essi mirano ad armonizzare la velocità di risposta dei meccanismi propriocettivi dei muscoli al fine di permettere all’individuo una risposta adeguata all’obiettivo concordato all’inizio del processo evolutivo e di cambiamento desiderato coerentemente al modello educativo adottato. PROFILO DELL’OPERATORE Il Kinesiologo utilizza molteplici tecniche: stimolazione o tocco di punti riflessi, energetici e propriocettivi dei muscoli; esercizi energetici e specifici di educazione che sviluppano l’integrazione emisferica, l’apprendimento e il benessere; utilizzo di impulsi energetici (colori, suoni, vibrazioni etc.); organizzazione delle emanazioni elettromagnetiche del corpo (chakra, otto tibetani etc.); consapevolezza delle situazioni che creano alterazioni emotive; tecniche di ascolto e comunicazione; correzioni con contatto su punti specifici; affermazioni specifiche; dispersione di programmi assunti in passato; tecniche di rilassamento e di gestione dello stress; tecniche di visualizzazione creativa; educazione e consapevolezza nutrizionale anche attraverso l’uso di integratori alimentari e prodotti naturali; stimolazioni manuali su parti specifiche di muscoli, punti di digitopressione e massaggio dei meridiani; tecniche manuali e di respirazione; tecniche idonee a migliorare la capacità della persona di ripristinare l’integrità tra i vari sistemi.
PROFILO DELL’OPERATORE E CONSULENTE KINESIOLOGICO
L’Operatore Kinesiologico dello Sviluppo Personale opera per il mantenimento e il miglioramento del benessere utilizzando come strumento principale il test muscolare kinesiologico ed opera per il mantenimento e il miglioramento del benessere focalizzandosi sul sostenere l’individuo a raggiungere specifici traguardi di vita quotidiana e riconoscere, utilizzare e sviluppare al meglio il proprio potenziale.
Le tecniche utilizzate maggiormente caratterizzanti la disciplina sono:esercizi energetici; tecniche per il miglioramento dell’apprendimento; sfioramenti; stimolazioni o tocchi di punti riflessi; respirazione; visualizzazione; affermazioni e comunicazione; tecniche di alleviamento dello stress emozionale; tecniche manuali; informazioni sul corretto stile di vita e alimentare anche attraverso l’uso di integratori alimentari e prodotti naturali che si applicano utilizzando il modello educativo e sono coadiuvate dalla verifica e dall’applicazione del test muscolare kinesiologico.
PROFILO DELL’OPERATORE
La formazione professionale dell’Operatore Kinesiologico è suddivisa in due livelli di cui il secondo è suddiviso in due categorie:
Il primo livello includela formazione di Operatore Kinesiologico dello Sviluppo Personale ed è riservata all’apprendimento di uno specifico metodo nell’ambito della Kinesiologia la cui peculiarità è confermata da studi e ricerche che ne confermano l’unicità.
Il secondo livello include la formazione per le seguenti categorie:
a) Consulente Kinesiologico dello Sviluppo Personale, riservata all’apprendimento di uno specifico metodo nell’ambito della Kinesiologia la cui peculiarità è confermata da studi e ricerche che ne confermano l’unicità.
b) Consulente Kinesiologico Professionale, formazione a programma misto che prevede l’apprendimento aspecifico di uno e/o più metodi nell’ambito della Kinesiologia e di materie complementari come definite nell’area culturale.

Kiropratica
La chiropratica (dal greco chéir, mano e drási, azione), o chiroterapia, è una pratica che dichiara come obiettivo il mantenimento e il ristabilimento della salute dell'uomo, passando dalla diagnosi, il trattamento e la prevenzione delle sue deficienze funzionali concentrando la sua azione sull'integrità del sistema nervoso, assumendo che esso controlli tutti gli altri sistemi del corpo umano e prestando una particolare attenzione alla colonna vertebrale che lo contiene, nel presupposto, in particolare, che le disfunzioni del midollo spinale possano interferire con quella che i chiropratici definiscono l'innata capacità del corpo di guarire da sé ("intelligenza innata"). La chiropratica enfatizza la manipolazione (inclusa la manipolazione spinale) e include un'opera di consulenza sugli "stili di vita". La chiropratica rientra nell'alveo delle medicine alternative.

Linfodrenaggio
lo scopo del linfodrenaggio è quello di far defluire (quindi, drenare) i fluidi linfatici. Per tale ragione, questa particolare tecnica di massaggio è indicata e sfruttata con successo per: Favorire il riassorbimento degli edemi; Regolare il sistema neurovegetativo; Favorire la cicatrizzazione di ulcere e piaghe nei diabetici. Il linfodrenaggio, inoltre, è ampiamente sfruttato anche nell'ambito della medicina estetica. Non a caso, sono molte le donne che ricorrono a questo tipo di massaggio per combattere gli inestetismi della cellulite. Ancora, il trattamento con linfodrenaggio viene spesso consigliato ai pazienti che si sono sottoposti a interventi di chirurgia estetica, quali la liposcultura e la liposuzione. Infine - vista la sua capacità di eliminare il ristagno di liquidi favorendo il riassorbimento degli edemi - il linfodrenaggio risulta essere una tecnica particolarmente utile e indicata anche nelle donne in gravidanza (per maggiori informazioni: Linfodrenaggio in gravidanza).

Massaggio sportivo
Il massaggio sportivo è un tipo particolare di massaggio eseguito su specifiche regioni corporee al fine di migliorare la performance atletica . Le finalità del massaggio sportivo sono numerose, alcune si basano su fondati presupposti scientifici, mentre altre derivano da osservazioni ed esperienze di chi le esegue. I suoi numerosi benefici derivano da due particolari presupposti: azione diretta data dall'aumento del flusso ematico con conseguente ipertermia locale, azione indiretta data dalla contemporanea eccitazione di terminazioni nervose e conseguente stimolazione del sistema nervoso parasimpatico Da questi due elementi derivano tutte le proprietà benefiche attribuite al massaggio sportivo, tra le quali rientrano: riduzione delle tensioni muscolari diminuzione dei livelli plasmatici di cortisolo e serotonina con conseguente riduzione dello stato d'ansia e miglioramento dell'umore; a tale diminuzione si associa un aumento delle endorfine circolanti con conseguente inibizione della sensazione dolorifica riduzione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa stimolazione della microcircolazione locale effetto drenante abbinato ad accelerata rimozione dell'acido lattico e delle scorie metaboliche prodotte durante l'attività sportiva decongestionamento e rilassamento dei i tessuti, abbinato ad accelerata guarigione dalle contratture muscolari prevenzione degli infortuni preparazione muscolare all'attività fisica. Il massaggio sportivo trova dunque applicazione non solo dopo una gara, ma anche tra una competizione e l'altra o prima della gara stessa. Gli effetti positivi del massaggio sportivo vengono potenziati dal simultaneo impiego di prodotti a base di oli essenziali

Medicina tradizionale cinese
La medicina tradizionale cinese, spesso abbreviata nelle sigla MTC, è uno dei corpus medico-filosofici più antichi e più affascinanti del mondo. È una disciplina olistica molto complessa e distante dalle nostre concezioni culturali, ma che ha comunque fatto breccia nell’interesse dell’Occidente, da molto tempo a questa parte. In maniera riduttiva, concetti cardine della medicina tradizionale cinese sono: il Qi, il Tao, il rapporto fra Yin e Yang, i cinque elementi e le relative fasi e i meridiani. Tutte questi fattori sono in correlazione tra loro in una molteplicità di soluzioni differenti. Lo stato di malattia proviene dalla perturbazione dell’equilibrio energetico. Se la prevenzione del soggetto e del medico non sono state sufficienti a ripristinare lo stato di benessere, la medicina tradizionale cinese può intervenire tramite diverse terapie, tra cui le più note sono la farmacologia cinese, l’agopuntura, il massaggio e la ginnastica medica, nelle forme note come Qi gong e Tai chi chuan. La medicina tradizionale cinese nasce come una forma di medicina rurale e popolare, e nel tempo si contamina con diverse scuole filosofiche, come il taoismo e il confucianesimo. Lo sviluppo e la diffusione della medicina tradizionale cinese non possono prescindere dal leggendario Imperatore Giallo, Huangdi, che ne illustra i principi in un testo del IV sec a.C. Oggi la medicina tradizionale cinese riscuote un meritato successo anche in ambiti terapeutici tradizionali, sia in Asia che nel resto del mondo. Alcune forme terapeutiche della medicina tradizionale cinese vengono di sovente associate alle terapie tradizionali.

Meditazione e rilassamento
La meditazione (dal latino meditatio, riflessione) è, in generale, una pratica che si utilizza per raggiungere una maggiore padronanza delle attività della mente, in modo che questa divenga capace di concentrarsi su un solo pensiero, su un concetto elevato, o un preciso elemento della realtà, cessando il suo usuale chiacchierio di sottofondo e divenendo assolutamente acquietata, pacifica.

Metafiabe di Paola Biato
IL CONTENITORE

Metafiabe, prende il nome dal termine greco μετά che significa "con, dopo, oltre", cambiamento, trasformazione. 
Igor Sibaldi ci ricorda che: “molti esperti di filosofia pensano che metafisica significhi ciò che sta più in là delle cose che si trovano in natura. Più in là, in greco si dice “meta”, mentre le cose che si trovano in natura si dicono “fisica”. Per i filosofi, fare metafisica e’ occuparsi di qualcosa di diverso da tutto ciò che si può trovare in natura, cioè dei minerali, vegetali e animali. Ma, quello che gli uomini trovano in natura non è quello che “si può” trovare in natura. Gli animali, infatti, trovano in natura molte più cose di quelle che troviamo noi. Potrebbe essere la metafisica un modo per osservare da differenti prospettive un evento, una cosa, una persona o la natura?” 
I filosofi, come Platone, Aristotele (philo-sophòs) rappresentavano già un decadimento della figura del sophòs (sapiente), che incarna uno stato di coscienza-verità (sophia) e non un insieme di metodi e di contenuti di pensiero (philo-sophia): Si pensi a Pitagora, Eraclito, Parmenide, per citare solo i maggiori e più conosciuti del nostro Occidente preplatonico, e in oriente Buddha e i grandi maestri della sapienza upanishadica, taoista, yogica, etc. 
Potremmo dire che la sophia ha dimora nel Sé e la philo-sophia nell’io. 
In epoca moderna il philo-sophòs, decadimento del sophòs, decade ulteriormente a intellettuale, che si è ridotto a ermeneuta del pensiero precedente o esageta del costume contemporaneo, attraverso l’esercizio di una ratio ben diversa dal lògos unificante e intuitivo eracliteo. (Angelo Tonelli, “Attraverso oltre”) Riprendendo le parole di Sibaldi, nel libro “Al di là del deserto”: 
”Capire, afferrare, comprendere, questo è quello che noi crediamo sia l'intelligenza. 
Questi tre verbi esprimono altrettanti modi di mettere guinzagli. Comprendere viene dal latino cum-prendere cioè ridurre in proprio potere: afferrare, tenere fermo con tenaglie. Capire è chiudere qualcosa da qualche parte, perché non ti infastidisca. 
Incasellarlo, immobilizzarlo, sottometterlo. 
La metafisica è proprio il contrario del capire, dell'afferrare, del comprendere. 
Metafisica è l’arte di farsi domande. “Perché una cosa è una cosa? E una persona è una persona?” 
Quello che pensiamo è la nostra filosofia. Quello che si perde in ogni filosofia è la fiducia nei propri pensieri,  e la fiducia che i tuoi pensieri, se non venissero limitati, possono farti scoprire cose sorprendenti, in ogni direzione, e rivelarti tanto di te. 
La filosofia è quel vizio della limitazione delle domande. La sapienza può essere ritrovata ampliando le proprie domande. Dall’io al Sé. 
Hai mai pensato che le domande che ti poni, quelle e non altre, creano la forma della tua filosofia personale e che questa filosofia influenza il tuo modo di vivere? 
Le poche domande che ti poni, ti fanno vedere solo la parte di mondo che accetti di vedere e da questa prospettiva dipendono le tue possibilità, le tue scelte, i tuoi piaceri e le tue delusioni. 
Vedere i limiti e gli errori della filosofia ti permette di andare oltre, di accelerare e superare, prima che da questa filosofia personale sbagliata, derivi una visione distorta e una vita sbagliata. IMPARA A FARE LE DOMANDE GIUSTE: QUELLE PIU’ CORAGGIOSE E AUDACI.
Superare significa andare oltre, più in là, e voltarsi indietro a guardare, ponendosi dei dubbi, che poi, sono domande. 
La parola intendere è una bella parola: vuol dire tendere verso qualcosa che non si è ancora afferrato, compreso, capito. 
Nelle fiabe finché Cenerentola o Biancaneve cercano soluzioni ai loro problemi la fiaba è interessante. Quando non hanno più problemi da risolvere, cioè non hanno più domande, la fiaba finisce. 
La metafisica è come una fiaba che non finisce mai. Questa sarebbe l'idea. 
Se metafisica è come una fiaba che non finisce mai, METAFIABA, anch'essa è un racconto che non finisce mai, e METAMORFOSI è un cambiamento che non finisce mai.” 
Le METAFIABE sono metanarrazioni che rivelano, a chi ha orecchie per intendere, occhi per vedere e un cuore per sentire, un antico sapere iniziatico, per ricordare chi siamo, svelano come attuare delle #METAMORFOSI e risvegliare il nostro meraviglioso potere di trasformazione. 
Qual è il tuo desiderio? Chiede la fata. L’educazione che abbiamo ricevuto non ci ha insegnato a dialogare con le fate. 
Quando, la spada che tutto taglia, non ti taglia? 
Dove si trova la chiave che apre la porta del meraviglioso, della magia e dell’imprevedibile? 
Come posso risvegliare risorse e talenti addormentati o sepolti? 
Esistono delle domande dentro di noi, domande autentiche, che attendono la loro liberazione. Sono domande, che come la ghianda, contengono già la forma della quercia, sono come semi, o frammenti di frattali, che custodiscono una forma piena e completa da realizzare e manifestare. 
Quando comprenderemo che, non è attraverso uno sforzo mentale o fisico, che l’eroe riesce a realizzare il suo obiettivo, ma ricordando la sua natura infinita e divina, ecco che nuove energie risvegliate si mettono in movimento, per attuare il cambiamento che rende la nostra vita conforme ai nostri desideri più profondi. Questo è il ritrovamento del Sacro Graal.
IL CONTENUTO
MetaFiabe: la fiaba nella fiaba, oltre la fiaba.
Nelle MetaFiabe utilizziamo fiabe già esistenti. Ma non sono fiabe qualsiasi.
Sono racconti alchemici e iniziatici, sono storie delle “origini”, quelle che custodiscono il linguaggio magico, che raccontano di trasformazioni e metamorfosi, di come sciogliere gli incantesimi, di come unire ciò che prima era separato. 
Secondo una prospettiva e una visione immaginale, ispirata da Selene Calloni Williams, ci sono tre modi di raccontare una storia.
1. Dal punto di vista dell'io, della visione patricentrica, del carnefice, che è funzionale al potere.
2. Dal punto di vista della vittima, o squilibratamente matricentrica.
3. Dal punto di vista non-duale, poetico. Il pensiero poetico non crea né vittime né carnefici.
Nelle teorie di Gurdjeff, maestro alchemico della Quarta Via, tutto il creato soggiace all’influenza di tre forze che si mescolano. Una forza attiva o maschile, una forza passiva o femminile e una forza neutralizzante, in grado di far prevalere una delle due precedenti evitando situazioni di stallo energetico. Così il mondo si regge tutto sulla regola del Tre. E il Tre rappresenta il Divino in azione. Il Divino che potremmo definire “creante”. E tutto obbedisce per derivazione ai multipli del tre, che riproducono in una infinita derivazione il numero sacro in ogni forma esistente.

Il FACILITATORE in MetaFiabe:
è un traghettatore che invita ad andare “dentro” e “oltre”; infrange le gabbie dell’io, liberando le tue domande coraggiose e audaci, per creare metamorfosi e nuovi percorsi neuronali.
E’ un visionario, cioè vede qualcosa che i più non vedono, tende verso qualcosa che è più in là, e come un oracolo, pone domande, apparentemente insensate, analogiche, che rompono gli schemi pre-confezionati, risvegliandoci dall’incantesimo. 
E’ un cantastorie che crea nuove storie, nuovi archetipi, nuove canzoni, andando oltre, oltre la visione dualistica vittima/carnefice, ampliando gli orizzonti e le prospettive, evocando forze più grandi, che tessono i fili degli incontri, delle prove e dei destini, offrendo uno sguardo d’insieme. 
Le fiabe saranno la trama per viaggiare dentro e oltre le parole, per evocare immagini e immaginazioni, per meditare sulla nostra vita e sui nostri desideri.
Nelle OSSA delle fiabe, ci ritroviamo in uno spazio/tempo immaginale, liminale-tra-dentro- oltre e sotto le radici. Qui puoi incontrare la tua anima selvaggia, ma devi lasciare il tuo mondo ordinario e avventurarti nel mondo stra-ordinario. Sei pronto/a a venire con me?
PAOLA BIATO
Counselor olistica
Art-Counselor
Costellatrice sistemica familiare e archetipica
Immaginalista
CONTATTI:
Cell. 339.7352556
Paola Biato 

Sito web: https://psicofiaba.jimdofree.com/
Facebook: https://www.facebook.com/paola.biato
Pagina FB: https://www.facebook.com/psicofiaba/
Gruppo FB: https://www.facebook.com/groups/psicofiaba/

Naturopatia
La Naturopatia utilizza metodiche manuali, bioenergetiche e nutrizionali, impiegandole in riferimento alle caratteristiche morfo-funzionali, evidenziabili anche attraverso valutazioni energetico-costituzionali e metodi strumentali non classificati come dispositivi medici. Dette tecniche, discipline, prodotti e attrezzature peculiari sono da intendersi come definitivamente acquisite da parte della categoria, in quanto storicamente e culturalmente appartenenti alla storia e alle metodiche sviluppate, sia sotto il profilo teorico che pratico, dalla Naturopatia europea ed extraeuropea
Profilo dell’Operatore
Il Naturopata rivolge il suo operato alla persona intesa come entità globale e indivisibile di corpo, mente ed emozioni in una prospettiva olistica; stimola la forza vitale e asseconda la capacità spontanea di autoregolazione dell’organismo, intervenendo nel coadiuvare i meccanismi fisiologici legati alle naturali risorse dell’uomo; ricerca le cause delle disarmonie energetico/funzionali (tolecausam).
A tal fine, indirizza la sua attività verso: il riconoscimento della costituzione, della diatesi e del terreno del cliente; il mantenimento e il ripristino dell’equilibrio omeostatico; l’individuazione e il trattamento degli squilibri energetico funzionali; la stimolazione delle capacità reattive intrinseche dell’individuo; il miglioramento del terreno; la valutazione degli influssi ambientali e relazionali di nocumento al mantenimento del benessere.
Il Naturopata utilizza tecniche non invasive e soluzioni naturali che stimolano le capacità reattive dell’organismo (primum non nocere).
L’attività del Naturopata si esplica quindi attraverso i seguenti tre livelli:
• valutazione dello stato di benessere globale dell’individuo;
• impiego di metodiche di trattamento ed elaborazione di consigli naturopatici per l’attuazione di un programma di benessere personalizzato;
• sviluppo di metodiche di educazione individuale, familiare e sociale.

Oligoterapia
L’oligoterapia è una terapia naturale che si avvale dei minerali dotati di una grandezza molecolare, che li rende capaci di sciogliersi completamente in acqua. Queste sostanze presenti in concentrazioni ridotte sono denominati oligoelementi (dal greco "oligos", ovvero "poco"), cioè “elementi presenti in tracce” nel nostro organismo in una concentrazione inferiore a 0,01% del peso totale del corpo. I minerali svolgono importanti funzioni a prescindere dalla loro quantità, partecipando alla struttura degli organi e dei tessuti, o fungendo da coenzimi che attivano importanti reazioni biochimiche. La loro carenza induce alterazioni fisiologiche e strutturali, pertanto il loro apporto previene o guarisce alcuni squilibri organici, derivati dalla loro mancanza. L’oligoterapia è una terapia che può essere associata ad altre medicine alternative, come l’omeopatia, la fitoterapia e la naturopatia, ma deve comunque rispettare le proprie modalità, tempi di assunzione e i propri dosaggi. É un aspetto, questo, molto importante affinché l’oligoterapia abbia i propri effetti curativi e siccome si tratta di una cura che agisce in profondità, che va a modificare il “terreno”, cioè la natura propria del malato, è solo con la costanza dell’assunzione dei vari oligoelementi, che potrà generare la guarigione.

Omeopatia
L'omeopatia (dal greco ὅμοιος, òmoios, «simile» e πάθος, pàthos, «sofferenza») è una pratica di medicina alternativa basata sui principi formulati dal medico tedesco Samuel Hahnemann nella prima metà del XIX secolo. Alla base vi è l'indimostrato "principio di similitudine del farmaco" (similia similibus curantur, letteralmente: «i simili si curano coi simili») enunciato dallo stesso Hahnemann. Si tratta di un concetto privo di fondamento scientifico, secondo il quale il rimedio appropriato per una determinata malattia sarebbe dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata. Tale sostanza, detta anche "principio omeopatico", una volta individuata viene somministrata al malato in una quantità fortemente diluita e "dinamizzata"; la misura della diluizione è definita dagli omeopati "potenza".

Origami
Con il termine origami si intende l'arte di piegare la carta (折り紙 ori-gami, termine derivato dal giapponese, oru piegare e kami carta) e, sostantivato, l'oggetto che ne deriva. Esistono tradizioni della piegatura della carta anche in Cina (Zhe Zhi" 折纸), tra gli Arabi ed in occidente. La tecnica moderna dell'origami usa pochi tipi di piegature combinate in un'infinita varietà di modi per creare modelli anche estremamente complessi. In genere, questi modelli cominciano da un foglio quadrato, le cui facce possono essere di colore differente e continua senza fare tagli alla carta, ma l'origami tradizionale era molto meno rigido e faceva frequente uso di tagli, oltre a partire da basi non necessariamente quadrate. Alla base dei principi che regolano l'origami, vi sono senz'altro i principi shintoisti del ciclo vitale e dell'accettazione della morte come parte di un tutto: la forma di carta, nella sua complessità e fragilità, è simbolo del tempio shintoista che viene ricostruito sempre uguale ogni vent'anni, e la sua bellezza non risiede nel foglio di carta. Alla morte del supporto, la forma viene ricreata e così rinasce, in un eterno ciclo vitale che il rispetto delle tradizioni mantiene vivo.

Ortho-bionomy
L’ Ortho-Bionomy è una Disciplina che intende applicare con modalità rispettosa e sensibile le leggi naturali che regolano il buon funzionamento del corpo.
Le tecniche utilizzate: pratiche di ascolto energetico, posizioni antalgiche, respirazione. L’utente sperimenta questi principi sui diversi piani: esistenziali, fisico, energetico, mentale e aurico, al fine di un recupero e mantenimento di uno stato di benessere ed equilibrio generale. Il Metodo Ortho-Bionomy ipotizza la presenza di un corpo aurico in grado di interagire con il piano fisico. Il dialogo tra i vari aspetti della corporeità è alla base della pratica.
L’operatore inoltre insegna esercizi per il mantenimento sia dei cambiamenti avvenuti durante le sedute e per il miglioramento della flessibilità strutturale.
Profilo dell’Operatore
L’Operatore professionale di Ortho-Bionomy, metodo manuale non invasivo, si avvale di esercizi riguardanti la libera esplorazione ed espressione del movimento che agiscono stimolando i naturali riflessi auto-correttivi corporei.La formazione professionale dell’Operatore di Ortho-Bionomy è costituita da un iter formativo comprensivo di pratica e stage, ripassi e trattamenti certificati suddiviso nell’arco di 3 anni.

Osteopatia
L’Osteopatia è un sistema consolidato di assistenza alla salute che si basa sul contatto manuale per la valutazione, la diagnosi ed il trattamento della persona. Si tratta di una terapia manuale, complementare alla medicina classica, incentrata sulla salute della persona piuttosto che sulla malattia; si avvale di un approccio causale e non sintomatico (spesso infatti la causa del dolore trova la sua locazione lontano dalla zona dolorosa), ricercando le alterazioni funzionali del corpo che portano al manifestarsi di segni e sintomi che possono poi sfociare in dolori di vario genere. L’Osteopatia, o Medicina Osteopatica, è nata alla fine dell’Ottocento negli Stati Uniti d’America e si è diffusa nei primi anni del Novecento in Europa, in particolare in Francia e Inghilterra, dove è da tempo una medicina affermata. Il termine “Osteopatia” è stato coniato dal suo fondatore, il chirurgo americano Dr Andrew Taylor Still, che alla fine del XIX secolo scoprì le relazioni esistenti tra l’equilibrio funzionale dell’insieme delle strutture del corpo e la salute.

Pilates
Il metodo Pilates, detto anche semplicemente Pilates (pronuncia tedesca: [piˈlaːtəs]), è un sistema di allenamento sviluppato all'inizio del Novecento da Joseph Pilates. Il metodo incoraggia l'uso della mente per controllare i muscoli. È un programma di esercizi che si concentra sui muscoli posturali, cioè quei muscoli che aiutano a tenere il corpo bilanciato e sono essenziali a fornire supporto alla colonna vertebrale. Il metodo è indicato anche nel campo della rieducazione posturale. In particolare, gli esercizi di Pilates fanno acquisire consapevolezza del respiro e dell'allineamento della colonna vertebrale rinforzando i muscoli del piano profondo del tronco, molto importanti per aiutare ad alleviare e prevenire mal di schiena. Con questo metodo di allenamento non si rinforzano solo gli addominali ma si rinforzano anche le fasce muscolari più profonde vicino alla colonna e intorno alle pelvi. Il punto cardine del metodo è la tonificazione e il rinforzo del Power House, cioè tutti i muscoli connessi al tronco: l'addome, i glutei, gli adduttori e la zona lombare. Gli esercizi che si eseguono sul tappetino (Pilates Mat Work) devono essere fluidi e perfettamente eseguiti, devono inoltre essere abbinati ad una corretta respirazione.

Play fight
Un potente strumento di riscoperta e crescita personale. Pratichiamo Playfight per connetterci con noi stessi, con la nostra forza, il nostro potere interiore, imparando ad usarlo consapevolmente in relazione con gli altri. Uno spazio sicuro per esprimere il nostro guerriero interiore. Una formula unica che combina la lotta consapevole, il gioco e la mindfulness. La lotta consapevole per coinvolgere il corpo e la forza in modo sicuro e rispettoso. Il gioco per riscoprirmi! Come un bambino posso reinventare me stesso e la relazione con gli altri! La mindfulness per osservare cosa succede a un livello più profondo. Quali emozioni si muovono dentro di me e come posso affrontare l'incontro (e la mia vita) in un modo più autentico e veritiero.

Pnl (programmazione neuro linguistica)
La programmazione neuro linguistica (PNL), in inglese Neuro-linguistic programming (NLP), è un metodo di comunicazione e un sistema di "life coaching", "self-help" e "counseling", definito da alcuni suoi promotori come «un approccio alla comunicazione, allo sviluppo personale e alla psicoterapia», ideato in California negli anni settanta del XX secolo da Richard Bandler e John Grinder. Il nome deriva dall'idea che ci sia una connessione fra i processi neurologici ("neuro"), il linguaggio ("linguistico") e gli schemi comportamentali appresi con l'esperienza ("programmazione"), affermando che questi schemi possono essere organizzati per raggiungere specifici obiettivi nella vita

Pranic healing
Il Pranic Healing nella sua forma attuale è stato sviluppato tra gli anni 1975 e 1985 da Master Choa Kok Sui che in seguito a esperimenti e ricerche ha perfezionato e sistematizzato rendendolo un metodo accessibile ed organizzato. Il metodo Pranic Healing è incentrato sulla conoscenza delle leggi che governano il Prana o Energia Vitale sulle sue diverse qualità e proprietà, sul modello dei centri energetici (antichi punti di agopuntura), sulla riscoperta degli strumenti che ogni essere possiede e può imparare a usare a livello manuale ed energetico. Il Pranic Healing è una tecnica manuale nel senso che la loro sensibilizzazione permette un rilevamento delle condizioni energetiche tali da tracciare una metodica di intervento. Importante anche lo sviluppo delle pratiche di trasferimento di energia tra Operatore e Utente e il metodo di recovery dell’operatore a salvaguardia del suo operare.
Profilo dell’Operatore:
opera attraverso l’apposizione delle mani senza contatto a distanza variabile dal corpo fisico/energetico s u specifiche zone del corpo energetico-fisico applicando metodi di rilevazione dell’energia vitale facilitandone il trasferimento e la trasformazione.
Tale applicazioni sono eseguite secondo tecniche codificate, per stimolare e riequilibrare i processi vitali e di mantenimento e rafforzamento dello stato di benessere della persona.

Pranopratica
Antica Disciplina basata su di un’articolata conoscenza delle funzionalità bioelettromagnetiche dell’organismo, delle leggi dell’omeostasi bioenergetica e dell’interazione di campo fra esseri umani cosi come vengono intese dalle grandi tradizioni orientali, opera attraverso l’apposizione delle mani, sia a piccola distanza sia a contatto superficiale su specifiche zone del corpo e con tecniche codificate secondo la scuola di riferimento, per stimolare la vitalità dell’individuo e mantenerne e rafforzare l’equilibrio energetico.
Profilo dell’Operatore
L’ operatore ,interviene mediante indagine dei corpi energetici e dei centri energetici vitali, delle funzionalità e qualità del Prana, della circolazione del Prana nell’organismo e dell’interazioni di campo energetico.
Inoltre educa a stili di vita salubri e ad una maggiore consapevolezza di comportamenti rispettosi dell’ambiente naturale.

Pratica metamorfica
La Pratica Metamorfica è una Disciplina Bio Naturale nata negli anni '60 dall' intuizione di Robert St. John, naturopata e riflessologo inglese. Essa consiste in movimenti dolci e circolari (sfioramenti leggeri) effettuati su piedi, mani e testa, sui punti riflessi della colonna vertebrale che corrispondono anche ai punti riflessi dello schema prenatale.
Profilo dell’Operatore
L'operatore professionale in DBN specializzato nella Pratica Metamorfica utilizza questa tecnica manuale per risvegliare il benessere e mantenere lo stato di vitalità della persona, attivandone la capacità di riequilibrio e sciogliendo i blocchi energetici risalenti al Periodo Prenatale. Ha conoscenza e padronanza dei più diffusi modelli culturali utilizzabili nell’interpretazione e nell'esplicazione dei fenomeni caratteristici della disciplina; possiede conoscenza e capacità di gestione adeguate delle tecniche elementari di auto-gestione del proprio equilibrio psico-fisico;

Psicomotricità olistica
Competenza della psicomotricità è la connessione tra gli aspetti motori, cognitivi ed affettivi. Lo psicomotricista lavora, quindi, sull’interazione di questi aspetti che formano la persona e la sua identità. Lo psicomotricista guarda l’individuo con un occhio olistico, considerandolo nella globalità delle sue parti fisiche, psichiche, cognitive, relazionali, affettive. L’intervento psicomotorio mira ad una crescita armonica della persona, utilizzando metodi e tecniche a mediazione corporea.
Alla base dell’intervento psicomotorio c’è:
una relazione basata sull’accettazione incondizionata della persona (io voglio stare con te per quello che sei in questo momento);

una relazione che viaggia sul contrasto libertà e contenimento, lasciando l’individuo libero di essere e allo stesso tempo contenendolo laddove essere libero diventa sinonimo di sentirsi abbandonato e perso;
una relazione che non chiude gli occhi davanti ai limiti ma privilegia e ricerca le risorse.
Per permettere una crescita della persona nel rispetto della sua globalità psico-fisica e affettiva, è importante che l’intervento psicomotorio abbia uno spazio riconosciuto come luogo di incontro con lo psicomotricista, con il gruppo, e all’interno del quale la persona possa sentirsi libera di esprimersi, sperimentare, crescere. C’è bisogno di un tempo, che sia sempre lo stesso (quel giorno a quell’ora, per quella durata). Tempo che strutturi e contenga l’esperienza. La scelta di un luogo e di un tempo che siano sempre gli stessi è importante perché lo spazio e il tempo sono le coordinate all’interno delle quali l’individuo vive. Dare una chiara definizione di queste due coordinate, racchiudere entro confini temporali e spaziali chiari e sempre uguali l’attività, permette ai partecipanti di sentirsi contenuti e più liberi nel loro agire. Sono necessari dei materiali che aiutino la costruzione dell’esperienza, mediazioni che servono alla persona per esprimere sensazioni, emozioni, pensieri dando ad essi forma e colore. C’è bisogno di un gruppo, all’interno del quale riconoscersi, che permetta lo sviluppo dell’aspetto sociale e relazionale. E infine sono necessarie delle regole che permettano all’individuo di conoscersi e conoscere gli altri in modo sano. Regole indispensabili per garantire la positività dell’esperienza. Il gioco è lo strumento privilegiato dal bambino per fare esperienza. Nell’attività ludica trovano le loro prime espressioni, infatti, la vita emotiva, intellettiva, i processi di socializzazione e di educazione. “È nel giocare e soltanto mentre gioca che l’individuo bambino o adulto è in grado di essere creativo e di fare uso dell’intera personalità ed è solo nell’essere creativo che l’individuo scopre il sé.” (Winnicot – Gioco e realtà) La psicomotricità per il raggiungimento dei suoi obiettivi utilizza il gioco nelle sue diverse forme (senso-motorio, simbolico, spontaneo, strutturato, ecc.).

Qi gong
Antica Disciplina di riequilibrio energetico di origine cinese, opera allo scopo di preservare lo stato di benessere delle persone e di aumentarne il livello di vitalità,utilizzando la corporeità. La pratica può avvenire in movimento, oppure in posizione eretta, seduta o sdraiata. Tali esercizi basano la loro efficacia sulla teoria energetica cinese. L’operatore informa ed educa inoltre circa i corretti stili di vita secondo i principi della tradizione estremo-orientale. Profilo dell’Operatore L’operatore insegna, in gruppo o individualmente, tecniche ed esercizi la cui efficacia si basa sulla qualità e quantità del gesto, sulla consapevolezza del respiro, e sul corretto atteggiamento mentale. Una parte fondamentale della formazione è riservata a pratica e stages che prevedono l’acquisizione di competenze specifiche e trasversali.

Radioestesia
La radioestesia, o radiestesia, è una pratica di pseudoscienza che consiste nel tentare di localizzare oggetti nascosti o informazioni sconosciute servendosi di uno strumento inerte, solitamente una verga a forma di "Y" o un pendolo; chi utilizza questa tecnica viene chiamato radioestesista. La radioestesia ha origini antiche ed è ancora praticata. Il metodo più conosciuto, anche al di fuori degli ambiti specialistici, consiste nel tentativo di localizzare acqua o filoni di minerali effettuato sul posto dove se ne suppone la presenza; questo metodo è chiamato ancora oggi rabdomanzia.

Rebirthing
E' un metodo di crescita personale il cui fulcro è la respirazione circolare e consapevole. La respirazione circolare fonde armoniosamente l'inspirazione e l'espirazione, colmando le pause esistenti tra l'una e l'altra fase dell'atto respiratorio. La pratica del Rebirthing ci invita a vivere un'esperienza prevalentemente corporea e ci aiuta a stare con più facilità e costanza nel momento presente. Il praticante è portato a trasportare oltre i confini della pratica questi elementi cosicché la quotidianità sia sempre più ricca di benessere, vitalità e centratura. Grazie alla pratica della respirazione circolare possono emergere memorie cellulari, psichiche e emotive risalenti a quel periodo della nostra vita. Tale esperienza permette lo scioglimento dei blocchi, delle resistenze e delle paure ad esse associate, generando sensazioni di rinascita (senso di maggior libertà, rilassamento, leggerezza, pace, …) Profilo dell’Operatore Il rebirther è un'Insegnante di Rebirthing che accompagna il praticante alla scoperta della propria respirazione completa, profonda, fluida e rilassata. Egli facilita, aiuta, sostiene, accoglie, accetta, non giudica e si impegna a vivere il momento presente. Il rebirther è in possesso di adeguata formazione professionale e personale, è colui che pratica con costanza la respirazione circolare e consapevole e che periodicamente svolge un percorso personale e di aggiornamento professionale.

Reiki
Metodo REIKI Metodo di riequilibrio energetico risalente alle più antiche civiltà, riscoperto in Giappone alla fine del 1800 dal Dott. MikaoUsui, diffuso in occidente ai primi del 1900 e in Italia dagli anni ottanta, ove ha avuto adattamenti e modifiche con varie denominazioni. E’ incentrato sull’acquisizione della piena consapevolezza e riscoperta degli strumenti che ogni uomo possiede e comunque può ricevere e imparare ad usare a livello manuale e mentale. Metodo, non invasivo, stimola l’armonizzazione dell’energia vitale della persona trattata che riceve benefici a livello psicofisico ed energetico, promuovendone un miglioramento globale del benessere. Profilo dell’Operatore/ Maestro Reiki Il Maestro Reiki è un operatore esperto. Svolge con titolarità e autonomia professionale, nell’ambito delle proprie competenze, l’attività diretta alla prevenzione primaria e alla salvaguardia del benessere individuale e collettivo, nel rispetto del codice etico deontologico della categoria. Insegna il “Metodo Reiki”, effettua particolari “attivazioni energetiche” che permettono alla persona di far fluire l’Energia del Reiki, opera attraverso l’apposizione delle mani con lieve contatto fisico (manuale) o senza contatto fisico (mentale) con la persona che riceve il trattamento.
II Reiki Cosmico, denominato “Metodo ReikiR.A.U.”,è una disciplina Bio-Naturale finalizzata al reale equilibrio energetico di tutti gli aspetti di ogni Essere vivente (fisico, mentale, emotivo ed energetico). E’ applicabile, oltre al regno umano, anche a quello animale e vegetale. Deriva dall’antico metodo tradizionale “Usui” cui il fondatore e ideatore Giuseppe Zanellaha apportato modifiche e integrazioni di allineamento della vibrazione del Reiki tradizionale alla Vibrazione Cosmica. Il Reiki R.A.U. è incentrato sulla trasmissione di energia cosmica equilibrata con frequenza costante, finalizzata all’acquisizione della capacità di stimolare le proprie energie vitali e riscoprire le potenzialitàdi ogni Essere,a livello manuale e mentale. Profilo dell’Operatore Maestro ReikiMetodo R.A.U. Oltre ad essere un operatore, Il Maestro Reiki R.A.U.insegna il “Metodo”, effettua particolari “attivazioni energetiche” che permettono di far fluire l’Energia Cosmica del Rei che si unifica all’Energia del Ki, in maniera equilibrata e costante non consentendo più l’assorbimento di energie alterate. Le attivazioni energetiche, proprie del metodo Reiki, possono essere eseguite solo in presenza della persona che le riceve e sono da considerarsi un atto definitivo(riferite al metodo specifico). Nello svolgere l’attività di operatore,il Maestro esegue trattamenti applicando specifiche sequenze codificate (atto diverso dalle attivazioni energetiche). Tali sequenze corrispondono a varie tipologie di trattamento.

Riflessologia
La Riflessologia è una delle Discipline piu antiche della Medicina Tradizionale Cinese sviluppatasi poi anche in America ed in Europa,integrandone le conoscenze. Stimola la vitalità della persona attraverso la digitopressione dei punti riflessi del corpo. In particolare utilizza una tecnica che trova applicazione ottimale sui piedi e sulle mani, ma può essere applicata anche su testa, viso e orecchie, dove hanno sede punti di corrispondenza con tutte le altre parti del corpo. Profilo dell’Operatore L’Operatore riflessologo utilizza tecniche che prevedono la stimolazione dei punti attraverso leggere pressioni e movimenti articolari effettuati L’operatore professionale DBN riflessologo dall’operatore con le mani e con le dita, soprattutto dei pollici, con una specifica tecnica pressoria ritmica. La formazione professionale dell’operatore prevedere anche l’acquisizione di competenze specifiche e trasversali comprensivo di stages.

Riflessologia vietnamita
La riflessologia facciale vietnamita è un massaggio che sfrutta punti specifici sul viso per intervenire su organi e apparati. Il Dien Chan, questa la denominazione originale del metodo, è stato inventato in Vietnam agli inizi degli anni ’80 dal Prof. Dr. Bui Quoc Chau, un medico agopuntore. Gli interventi sul viso del paziente erano già noti in Cina e in Giappone più di 5000 anni fa. L’intuizione del Prof. Chau fu che il volto è la sede primaria della nostra identità. Le nostre espressioni sono uniche e sono lo specchio del nostro carattere, e inoltre sul volto sono anche scritte le nostre abitudini, la forma fisica, lo stato di salute. La riflessologia facciale è una tecnica in grado di rafforzare le difese naturali e risvegliare la nostra energia personale tramite la stimolazione dei punti sul viso. Si tratta di una tecnica multi riflessologica perché consiste nel stimolare i punti riflessi sia sul viso che sul corpo. Nel suo ambito di riferimento la tecnica è detta “cibernetica”, perché la stimolazione dei punti sul viso genera veri e propri stimoli elettrolitici al cervello, che così si attiva e invia i comandi idonei per riequilibrare l’organismo. Il metodo, il cui nome per esteso è Dien Chan – Dieu Khien Lieu Phap, trae i suoi fondamenti da antichissime discipline: le medicine orientali e occidentali, ma anche l’agopuntura, la digitopressione, le grandi correnti filosofiche (Tao The Ching – Lao Tzu, Confucianesimo, Buddhismo, il monismo, il relativismo) e infine la cultura vietnamita. La riflessologia facciale vietnamita viene oggi usata in varie parti del mondo con buoni risultati, con più di 100 attrezzi diversi, e mappature dettagliate che si adattano a qualsiasi tipo di esigenza e persona.

Shiatsu
Tecnica manuale non invasiva di origine estremorientale, con diversi stili e metodiche operative, opera con la finalità di conseguire la piena espressione della Vitalità della Persona, attivandone la capacità di riequilibrio energetico. Tali pratiche, che non hanno il carattere di prestazione sanitaria né estetica, né sportiva, tendono a stimolare le risorse vitali della Persona attraverso tecniche di pressione perpendicolare su zone e/o punti e/o meridiani e/o percorsi energetici, effettuati normalmente con le mani e i pollici, ma anche con i gomiti, o altre parti del Corpo, modulate in modo ritmico o mantenute costanti, secondo gli Stili e i modelli culturali di riferimento. Profilo dell’Operatore L’Operatore dello shiatsu, ha formazione professionale che prevedere l’acquisizione di competenze specifiche e trasversali, che lo rendono in grado di svolgere un’attività professionale sia autonoma sia come collaborazione in strutture operative del settore.

Spagiria
Simbolismo della trasmutazione dei vegetali in medicamenti. Spagirica (dal greco antico σπάω, spáō, «separare», «dividere», e ἀγείρω, ageiro, «riunire», con cui si accenna all'analisi e successiva sintesi dei corpi) è il termine coniato da Paracelso (1493-1541) per designare il nuovo indirizzo medico e terapeutico da lui impresso all'alchimia. Le preparazioni spagiriche sono complesse preparazioni galeniche secondo le tradizioni del ramo alchimistico che tratta le piante. Le preparazioni spagiriche giunsero al loro apice di raffinatezza nel XVII secolo con l'arte degli alchimisti. Come spiegano Paracelso e molti altri, si tratta di estrarre con diversi metodi dei principi attivi di tutta una pianta, raggiungendo così diverse frazioni che alla fine vanno di nuovo congiunte, concentrate, depurate e potenziate. La preparazione consisteva normalmente in operazioni di "divisione" e poi di "ricongiungimento".

Tai ji quan
E’ una disciplina (cinese) che permette all'individuo di sviluppare tutte le sue potenzialità vitali, agendo sulle polarità yin/yang. - I movimenti lenti, sinuosi e “naturali” consentono di sviluppare l'armonia globale della persona. - Il corretto assetto posturale e la presenza mentale consentono di generare forza interna, elasticità e resistenza, ottimizzando la vitalità dell'individuo. - Il lavoro costante sulla postura con esercizi fisici di allungamento e di stiramento attiva i canali energetici (meridiani) migliorando la circolazione energetica. - La respirazione lenta calma la mente e la mantiene nel “qui e ora”, infonde profonda serenità e pace interiore elevando la dimensione spirituale della persona. - La respirazione profonda ossigena il sangue che va ha nutrire gli organi e armonizza le polarità yin/yang della persona. - L'utilizzo dell'intenzione focalizza l’attenzione e crea consapevolezza nell’azione, utilizzando la mente per veicolare l'energia in tutto il corpo attraverso i canali energetici. PROFILO DELL' OPERATORE/ISTRUTTORE L'istruttore professionista fa buon uso delle conoscenze acquisite, al fine di stimolare, rafforzare e incrementare la vitalità e il benessere globale dell'individuo. Il suo scopo è educare ad uno stile di vita corretto che ottimizzi il patrimonio energetico della persona presa nella sua dimensione globale. Insegna la pratica del Tai Chi Chuan - Taiji Quan basandosi sugli antichi principi consolidati nel tempo che in generale hanno alla base il “metodo” (FA), che veniva considerato dagli antichi maestri cinesi e viene considerato anche oggi, uno strumento per “sciogliere i nodi”. Per noi occidentali come nodi si intendono blocchi fisici e mentali.

Taiko-do
La via dell'utilizzo dei tamburi definiti taiko (e -daiko nei composti, come il già citato wadaiko) e maggiormente impiegati nelle tradizioni giapponesi sono sostanzialmente riconducibili a due tipologie. Queste sono entrambi bipelli e percossi con una coppia di bacchette: si tratta della tipologia dei sopracitati tamburi a barile, insieme a quella dei tamburi cilindrici.

Teatroterapia
La teatroterapia è uno strumento di cura e crescita personale basato sul teatro, in particolare sulla messa in scena del Sé e dei propri vissuti attraverso più canali comunicativi (vocale, gestuale, corporeo). Essa, con sedute singole o di gruppo, viene usata in contesti clinici e sociali anche in forma preventiva, educativa e curativa. La teatroterapia, nonostante agisca attraverso l'interpretazione di personaggi principalmente improvvisati, implica un minuzioso training pre-espressivo indispensabile alla presa di coscienza dei propri processi inconsci ed emotivi in modo da poter successivamente essere liberi di creare un altro da sé. La teatroterapia non produce diagnosi, né interpretazioni psicologiche e non può sostituire cure farmacologiche, ma le affianca rafforzando nuove visioni di Sé

Tecniche manuali ayurvediche
Le Tecniche Manuali Ayurvediche sono caratterizzate dal fatto che attingono alle conoscenze originali della cultura indiana (nota come Medicina Ayurvedica); in particolare alle conoscenze dell’ayurveda (Scienza della Conoscenza della Vita). Utilizza il quadro delle tipologie costituzionali (dosha) per interpretare le manifestazioni vitali della persona e per intervenire sulle tre caratterizzazioni (vata - pitta - kapha) per assecondarne o equilibrarne la piena espressione. PROFILO DELL' OPERATORE L’Operatore conosce ed utilizza tecniche che si caratterizzano per le prassi e procedure finalizzate alla purificazione, alla rivitalizzazione e alla armonizzazione della vitalità globale della persona nel rispetto e nella valorizzazione dei caratteri costitutivi nella loro combinazione peculiare e nella loro evoluzione. Nella prassi delle tecniche manuali si possono utilizzare oli specifici della tradizione indiana e/o sviluppati in base ai principi naturali ayurvedici.

Tecniche manuali olistiche
La disciplina è caratterizzata dall’integrazione tra le manualità occidentali e le manualità orientali utilizzando in modo sinergico l’approccio strutturale e l’approccio energetico. La dimensione “olistica” della disciplina scaturisce dal coinvolgimento di tutte le dimensioni (fisica, energetica, emozionale e relazionale) della persona trattata e nell’ascolto energetico ed empatico e nella relazione vitale e profonda, finalizzati alla piena stimolazione delle risorse vitali. PROFILO DELL' OPERATORE A differenza di quanto avviene nelle tecniche manuali utilizzate in altri settori - estetico, terapeutico, sportivo ecc.,la preparazione professionale è espressamente mirata a conseguire il risultato di stimolare nel ricevente, la miglior espressione delle risorse vitali della persona presa nella sua globalità.Per questo una componente centrale nella formazione nelle TMO è mirata a sviluppare nel praticante una capacità di autogestione del proprio equilibrio psicofisico e una evoluta capacità di percezione e ascolto che consentano una interazione “vitale” con la persona trattata.

Tecniche osteopatiche olistiche
Le Tecniche Osteopatiche Olistiche sono finalizzate al mantenimento e al ripristino dell’equilibrio omeostatico mediante l’utilizzo e l’applicazione di Tecniche proprie della Disciplina rivolgono il loro operato alla Persona intesa come entità globale ed indivisibile di corpo, mente ed emozioni in una prospettiva olistica. L’attività è indirizzata a stimolare la Vitalità dell’Individuo e assecondare la capacità spontanea di autoregolazione dell’organismo,valutando gli influssi ambientali e relazionali che influenzano il mantenimento dello stato di benessere ed educando a stili di vita salubri che incoraggiano la responsabilizzazione della Persona nei confronti del suo stato di salute. PROFILO DELL' OPERATORE L’Operatore in Discipline Bio Naturali specializzato in Tecniche Osteopatiche Olistiche è in grado di ricercare le cause delle disarmonie energetico/funzionali a livello tissutale. Utilizza metodi e tecniche di osservazione dell’equilibrio statico-dinamico della Persona,interviene attraverso un esclusivo approccio manuale basato su tecniche di palpazione sensitivo-percettiva che gli consente di individuare e normalizzare le disarmonie evidenziate,elabora e applica un proprio piano d’intervento tecnico manuale, fissando obiettivi utilizzando modalità e tempi di realizzazione propri della sua Disciplina

Tecniche suono-vibrazionali olistiche
Le Tecniche Suono-VibrazionaliOlistiche favoriscono il benessere della persona in una visione di cultura della vitalità.Il Suono e la sua energia vibrazionale stimolano importanti processi di ri-equilibrio e ri-armonizzazione offrendo un grande contributo biologico-emozionale-spirituale per un’umanità più sensibile alla bellezza e all’amore per la natura. Le Tecniche Suono-Vibrazionali Olistiche accolgono esperienze diverse in ambito sonoro musicale e si strutturano in un percorso consapevole, unitario, aperto, curioso e per questo in continua evoluzione. Profilo dell’Operatore L’Operatore in Tecniche Suono-Vibrazionali Olistiche è un facilitatore dell’equilibrio energetico, dell’evoluzione e della crescita personale che lavora con il Suono e con l’aiuto di altre tecniche naturali, energetiche, artistiche e meditative. Non si occupa di diagnosticare né di curare malattie fisiche o psichiche; non prescrive medicine né rimedi ma si rivolge con un nuovo paradigma di cultura della vitalità e di approccio olistico al benessere globale della persona. Tra gli strumenti utilizzati: campane tibetane, diapason, gong, tamburo sciamanico, voce, campane di quarzo, hang, didjeridoo, nada yoga, canto armonico, mantra, coro, strumenti ancestrali, tradizionali e altri ancora

Training del benessere/bio-naturopatia
Il Trainer del Benessere / Bio-Naturopataè un professionista che utilizza metodiche e tecniche naturali che inducono a stimolare la vitalità e le risorse positive della persona e che hanno come filosofia di base la visione olistica dell’uomo. L’operato del Trainer del Benessere / Bio-Naturopata si esplica con consulenza e motivazione a un modo di vivere sano, cultura dell’alimentazione, tecniche di rilassamento, di respirazione, manuali, riflessologiche, bioenergetiche. Profilo dell’Operatore Accedono al corso per Trainer del Benessere / Bio-Naturopatale persone maggiorenni che abbiano assolto l’obbligo scolastico e siano in condizione di sviluppare un Piano Formativo che consente di inserire l’allievo nel più ampio contesto delle DBN.

Tuina
Tecnica non invasive di origine estremo-orientale appartenente alla tradizione Cinese opera allo scopo di preservare lo stato di benessere della persona e di attivare la capacità di riequilibrio delle funzioni vitali attraverso tecniche di pressione e metodi-stimolazioni di zone, punti specifici e canali energetici effettuate normalmente con le mani e le dita, ma anche con gomiti, avambracci, ginocchia e piedi, modulate in modo ritmico o mantenute costanti a seconda della singola persona trattata, della sua condizione energetica, o del momento in cui viene effettuato il trattamento, nonché stiramenti e manovre di mobilizzazione attiva e passiva . L’operatore inoltre insegna tecniche di auto-trattamento ed esercizi efficaci per il riequilibrio energetico, e informa circa i corretti stili di vita secondo i principi della tradizione cinese. Profilo dell’Operatore L’Operatore professionale di Tuina, tecnica manuale possiede conoscenze approfondite ed una manualità specifica che gli consentono di utilizzare tutte le Tecniche proprie della Disciplina.Il suo iter formativo comprende un numero cospicuo di ore dedicato alla pratica ed agli stages

Vitality management
Il Vitality Manager è un professionista che opera con titolarità e autonomia, basa la sua attività professionale sul rapporto interpersonale e sull’applicazione di Discipline Bio Naturali, attività fisiche e tecniche corporee. Ha una formazione multidisciplinare, ricopre il ruolo di consulente nel campo del benessere e di educatore a stili di vita, abitudini alimentari, rapporti con l’ambiente e le Persone, atti alla salvaguardia dello stato di benessere mediante la valorizzazione delle risorse vitali dell’Individuo. Rivolge il suo operato alla persona intesa come entità globale e indivisibile di corpo, mente ed emozioni in una prospettiva olistica. Egli è in grado di scegliere e suggerire la Disciplina Bio Naturale e l’attività fisica più idonea per la Persona perché ha esperienza specifica in almeno due Discipline Bio Naturali,integrate dalla formazione di ulteriori competenze che hanno come obiettivo l’acquisizione di tutte quelle conoscenze che sono trasversali alle Discipline Bio Naturali. Nell’ambito delle proprie competenze, svolge un’attività diretta allo sviluppo dei potenziali umani con l’obiettivo di offrire stimoli salutari per l'armonizzazione e lo sviluppo personale. E’ in grado di guidare e coordinare l’operato di altri Operatori in D.B.N. posti alle sue dipendenze. Profilo dell’Operatore Il Vitality Manager educa a stili di vita salubri e rispettosi dell’Ambiente e incoraggia la responsabilizzazione della Persona nei confronti del suo stato di salute, guidandola verso una migliore consapevolezza e conoscenza di sé e dello stile di vita più idoneo suggerendo gli strumenti più idonei per una corretta autogestione del proprio star bene. La sua attività si esplica attraverso i seguenti tre livelli: • valutazione dello stato di benessere e vitalità globale dell’individuo; • impiego di metodiche di trattamento ed elaborazione di tecniche per l’attuazione di un programma di benessere personalizzato; • sviluppo di metodiche di educazione individuale, familiare e sociale. 30.

Water shiatsu
Forma evoluta dello Shiatsu applicato in Acqua, in cui l’operatore del water shiatsu sostiene il cliente in galleggiamento, minimizzando la superficie di contatto tra il proprio corpo e quello del suo ospite in modo da lasciare la massima libertà di movimento. Al sostegno dinamico si uniscono ondulazioni ritmiche, leggere digitopressioni e delicati stretching che concorrono allo scioglimento delle tensioni psico-fisiche. Grazie alla sospensione dinamica in un mezzo fluido e alle manovre compiute dall’operatore del water shiatsu, le articolazioni possono muoversi liberamente in ogni direzione e la muscolatura può rilasciare facilmente le tensioni accumulate. Il meccanismo fisiologico della de afferenza delle sensibilità superficiali consente poi al cliente di raggiungere uno stato di rilassamento simile al sonno profondo. L’opera dell’operatore del water shiatsu e l’immersione in acqua calda, grazie alla resistenza che questa oppone al nostro movimento, provocano una notevole stimolazione muscolare ed una sollecitazione del sistema cardiovascolare. La pressione che l’acqua esercita su tutto il corpo porta molteplici benefici: costituisce di per sé un massaggio uniforme, in cui tutti i recettori dell’epidermide sono coinvolti. Profilo dell’Operatore L’operatore del water shiatsu, è un bodyworker con una formazione professionale che prevede anche l’acquisizione di competenze specifiche e trasversali La formazione prevede lo studio delle tecniche di base del Water Shiatsu suddiviso in tre livelli, con l’apprendimento di forme prestabilite, varianti e forme libere.

Wedding planner
Dalle parole inglesi wedding, ossia «matrimonio», e planner ossia «pianificatore», si definisce già, almeno in parte, la figura professionale dell'organizzatore di matrimoni. Ossia è una persona che si occupa di pianificare e amministrare il matrimonio di una coppia insieme alla coppia.

Yoga
Lo Yoga è l’insieme di tecniche fisiche, respiratorie, meditative, etiche e spirituali che nascono da una matrice culturale nell’area geografica del subcontinente indiano con origine dai testi tradizionali (veda, upanishad, itihasa, yoga sutra, hatha yoga pradipika e altri). Insegnare Yoga (attraverso un metodo sistematico, ovvero completo di formazione fisica, emozionale, mentale e spirituale) è un mezzo di crescita e sviluppo individuale, non religioso, che attraverso una pratica individuale e di gruppo, favorisce e valorizza la vitalità e il benessere globale della persona. Lo yoga integrale, lo yoga della tradizione si declina in molti metodi, stili e prassi che, nella loro diversa articolazione, si riconoscono comunque nei principi sopra enunciati. Profilo dell’Operatore L’Operatore/Maestro , ha formazione professionale che prevedere l’acquisizione di competenze specifiche e trasversali, che lo rendono in grado di svolgere un’attività professionale sia autonoma sia come collaborazione in strutture operative del settore.

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